|
Comunicati |
Pubblicato il 11/02/2014 alle 19:51:45 | |
The Wedding Singers - Angela Baraldi debutta con il nuovo spettacolo tra rock e teatro
Debutta giovedì 13 febbraio, The Wedding Singers, la nuova produzione del Teatro della Tosse di Genova in prima nazionale, con Angela Baraldi, in scena fino a sabato 15 febbraio.
Debutta giovedì 13 febbraio, The Wedding Singers, la nuova produzione del Teatro della Tosse in Prima nazionale, con Angela Baraldi.
Lo spettacolo, scritto da Luca Ragagnin e diretto da Emanuele Conte, resta in scena fino a sabato 15 febbraio (tutte le sere inizio ore 20.30).
Ragagnin e Conte tornano a lavorare insieme dopo 2984, lo spettacolo tratto da 1984 di George Orwell, che ha debuttato nel 2009 al Teatro della Tosse di Genova e che successivamente è stato ripreso nelle principali città italiane.
È invece un debutto assoluto quello di Angela Baraldi al Teatro della Tosse nelle vesti di attrice. L’artista emiliana, che ha iniziato la carriera artistica collaborando con Lucio Dalla, la scorsa stagione è stata ospite della Tosse nelle vesti di cantante con il tour Solo una terapia dai CCCP all’estinzione insieme a Massimo Zamboni.
Ora con The wedding singers fa il suo debutto a teatro con una storia, che sembra scritta apposta per lei.
Baraldi è protagonista assoluta di questo spettacolo, in cui attraversa con il suo personale registro interpretativo le storie di 9 cantautrici/cantanti a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 nel momento del loro (vero o presunto) matrimonio.
L’artista è al centro della scena vestita da sposa insieme a tre musicisti della band Edgar Caffè: Stefano Bolchi, Osvaldo Loi e Federico Fantuz, e ridà nuova vita alle canzoni simbolo delle cantanti di The wedding singers.
Nove storie che Luca Ragagnin ha scritto come si scrivono gli spartiti musicali, variando l’intensità e la melodia.
Una scrittura musicale, a volte cruda a volte poetica, altre arrabbiata, che mischia linguaggi diversi. Testi diretti, sempre in prima persona anche se a volte la voce narrante è quella di un fantasma.
Tutto si svolge al termine di una festa di matrimonio, che forse non si è nemmeno celebrato.
Storie che raccontano gli splendori della vita pubblica di queste artiste, gli applausi, gli eccessi e i trionfi a cui fanno da contraltare le intime delusioni della vita privata.
Un contrasto brutale, spesso insuperabile, che genera cortocircuiti esistenziali da cui nascono le leggende.
La scena curata da Luigi Ferrando, rievoca la fine di un ricevimento nuziale sopra il quale si è abbattuto un uragano, tutto è ormai distrutto e perduto ma gli oggetti abbattuti e fatti a pezzi sono ancora lì a ricordarci quello che si sperava di celebrare: una festa.
Si tratta di donne molto diverse tra loro, accumunate dalla musica e da destini spesso tragici: c’è l’insicurezza di Janis Joplin (1943 – 1970), il brutto anatroccolo che si trasforma sul palcoscenico per conquistare con la grinta tutti gli uomini e nascondere la sua grande fragilità. La canzone scelta per Janis Joplin è Mercedes Benz, il pezzo più noto di una delle componenti del Club dei 27.
La storia di Nico (1938-1988) l’icona – oggetto di Warhol, tra le fauci di Lou Reed e John Cale, simbolo della Factory. Una vita trascorsa tra eccessi, ritiri, ritorni e fughe nella continua ricerca di un equilibrio impossibile da trovare. The Fairest of the Seaasons è la canzone che apre il primo disco da solista di Nico, esplicito riferimento al film di Warhol.
C’è la voce angelica di Sandy Denny (1947-1978), il cigno della Bretagna, che vive nel terrore di essere dimenticata e si affida ai consigli dagli addetti dell’industria musicale, che la spingono a commettere continui errori compreso il suo matrimonio. The Lady è la canzone che meglio di altri racconta di lei: “La signora aveva un cuore d'oro, per amare, ha detto. E non ha mentito”
L’impegno di Nina Simone (1933-2003), rivoluzionaria jazzista del Nord Carolina, osteggiata dall’industria discografica per la sua lotta a favore dei diritti civili. Una vita in trincea anche nel difficile rapporto con gli uomini. La struggente Star è la sintesi perfetta della vita dell’artista.
I tormenti di Laura Nyro (1947-1997), a cominciare dalla burrascosa relazione con Jackson Browne fino al rapporto travagliato con la madre. And when I die tratta dal suo album del 1973 sintetizza bene il suo pensiero: E quando morirò, e quando me ne sarò andato, ci sarà un bambino nato, e un mondo da portare avanti.
La vita troppo breve di Nicolette Larson (1952-1997), la corista voluta da tutti, che ha suonato con i più grandi degli anni settanta. Rhumba girl è una trascinante canzone in perfetto stile anni ’70, somma di tutte le sue esperienze musicali.
La malattia di Karen Carpenter (1959-1983), batterista e cantante che fondò insieme a suo fratello i Carpenters, storico complesso americano degli anni settanta, perseguitata da un’anoressia nervosa che la divora a soli 33 anni. A song for you è uno dei singoli della sua lunga carriera in puro stile The Carpenters.
La “vita al massimo”, sempre in bilico di Judee Sill (1944-1979) iniziata con la morte del padre quando era bambina per passare poi attraverso l’alcolismo della madre, le violenze sessuali e psicologiche del patrigno. E poi ancora le droghe, le rapine, il riformatorio e la prigione, il primo matrimonio, l’eroina e la prostituzione, fino agli ultimi misteriosi quattro anni di vita: in totale oscurità e povertà. La sua The Kiss è quasi una preghiera, un struggente testamento musicale.
E infine Dusty Springfield (1939-1999) simbolo della musica britannica, che ha influenzato per decenni non solo la musica ma anche la moda e la cultura inglese. Una donna dalla doppia personalità affetta da disturbi comportamentali. Son of a preacher man del 1968 ripresa da diversi artisti è stata fonte di ispirazione per il cinema, nel 1994 è stata scelta da Quentin Tarantino per il cult movie Pulp Fiction.
The wedding singers è un affresco del mondo femminile attraverso la musica. Raccontando la vita di queste nove cantanti si racconta la complessità delle donne, la loro forza e le loro insicurezze legate dall’amore, in questo caso per la musica che va oltre tutto e rimane, superando ogni difficoltà.
Giusto, che a prestare il volto a queste donne sia un’artista come Angela Baraldi, che ha alle spalle una carriera artistica tra le più originali del panorama italiano. La sua carriera inizia a metà degli anni ‘80 come cantante nei circuiti musicali underground bolognesi, nel 1990 pubblica il suo album d’esordio dal titolo Viva, prodotto da Lucio Dalla e Bruno Mariani e nel 1993 partecipa al Festival di Sanremo con il brano A piedi Nudi, che le vale il Premio della Critica.
In questo periodo Angela Baraldi diventa attrice: esordisce nel film di Giacomo Campiotti Come due coccodrilli, poi in Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Dopo questa doppia parentesi cinematografica ritorna a dedicarsi alla musica e torna davanti alla macchina da presa solo nel 2004 con Gabriele Salvatores in Quo vadis, baby?
Il testo di The wedding singers è inserito nella raccolta Cinque sigilli di Luca Ragagnin pubblicato dalla casa editrice Scritturapura.
Cinque sigilli è una raccolta di cinque testi a cavallo fra prosa, poesia e scrittura teatrale, dal forte impatto e dall’attualissimo contenuto.
Teatro della Tosse
Dal 13 al 15 febbraio
PRIMA NAZIONALE
THE WEDDING SINGERS
di Luca Ragagnin
regia di Emanuele Conte
con Angela Baraldi
chitarre e percussioni: Stefano Bolchi
piano tastiere e viola: Osvaldo Loi
chitarre: Federico Fantuz
scene: Luigi Ferrando
costumi: Bruno Cereseto
luci e fonica: Tiziano Scali
assistente alla regia: Yuri D’Agostino
collaborazione artistica: Annibale Bartolozzi e Massimo Zamboni
produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse
in collaborazione con Associazione Culturale Ultimo Piano
Articolo letto 8527 volte
|