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Recensioni |
Pubblicato il 27/05/2010 alle 01:03:09 | |
In caramella ancora una Mina dalla voce magica con la voglia di sperimentare
You get me, il duetto con Seal, conferma quello che avrebbe potuto essere Mina all’estero. Questo album coniuga perfettamente la sua dimensione di ieri e la sua attualita' di oggi proiettata gia' nel domani.
You get me, il duetto con Seal, riproposto in Caramella anche in versione singola come ghost track, conferma quello che avrebbe potuto essere Mina all’estero. Questo album coniuga perfettamente la sua dimensione di ieri e la sua attualita' di oggi proiettata gia' nel domani.
Mina mantiene la sua varietà di stili e i suoi amori musicali: le venature jazz dell’intimista “Così, così”, la sua passione nei confronti della canzone partenopea, quella inedita e moderna, soddisfatta grazie alla creatività di Maurizio Morante che le regala una convincente “Ma comme faje” e firma, insieme a Mauro Culotta, altro fedele del team mazziniano, la deliziosa “Inutile sperare”, musica orecchiabile su un amore sofferto ai limiti dell’annientamento.
Confermata anche la presenza, ormai assidua nella recente produzione di Mina, di Andrea Mingardi con la bellissima preghiera blues “Accendi questa luce”, un accorato invito universale: ‘non puoi lasciarci qui da soli, non siamo liberi dal male e tu non ci sei’. Un brano che eredita il testamento spirituale di “La tua voce dentro l’anima” del 1977, dove c’è un’invocazione personale e più esplicita: ‘dammi forza, mio Dio perché io da sola non riuscirei’. Il cantautore bolognese fa il bis con “Mi piacerebbe andare al mare”, voglia di evadere dalla solita routine e liberarsi dalle convenzioni, non è un tema nuovo ma risulta comunque accattivante.
Ritorna come autore Mauro Santoro, presente in “Veleno”, album cantautorale del 2002 (Zero, Fossati, Silvestri, Zucchero), con “Come se fossi lì”, divagazioni in una notte d’estate su un lui lontano con la speranza che la distanza venga annullata attraverso la vicinanza del cuore.
Un posto al sole ormai l’ha conquistato suo nipote Axel Pani che migliora la sua vena creativa con il passare del tempo, la sua composizione “Il povero e il re” fa la sua bella figura con un testo di un certo spessore che è tutta farina del suo sacco. Ha stoffa il ragazzo e lo sta dimostrando.
La Mina minosa dei sentimenti e spaccacuori viene fuori in “Amoreunicoamore”, altro brano struggente, interpretato con grande classe, che tradotto in inglese farebbe gola a Barbra Streisand, fa venire in mente la splendida “Amore mio” di Bruno Canfora primi anni ’70. Non a caso, gli archi sono arrangiati e diretti dal grande Gianni Ferrio.
Mina ha ancora voglia di cantare, e si sente, pronta a mettersi in gioco, con ardite sperimentazioni, a percorrere nuove strade come ha fatto in lavori precedenti da “Kyrie”, che ormai ha 30 anni, a “Leggera” del 1997 che segnava l’inizio della collaborazione con Manuel Agnelli degli Afterhours.
Così, trova di nuovo spazio, come nel precedente “Facile”, Boosta dei Subsonica con “La clessidra”, qui l’arrangiamento elettronico scandisce la lentezza inesorabile dell’attesa e del tempo che passa, legati ad un abbandono, un graduale stillicidio ‘mi sento affogare, non ci sei più imploro misericordia per me e per te’, la rassegnazione, l’affidarsi ad un gusto amaro, ad un aggrapparsi a dei rituali per placare l’angoscia della solitudine.
Qui sta il coraggio di osare, di andare a tracciare con le parole nuovi percorsi, al di là delle convenzioni.
E al tastierista dei Subsonica si associa il chitarrista Max Casacci con “Solo se sai rispondere” che rievoca immagini incisive ed intense ‘ho visto ruggire gli oceani, ho visto le notti fuggire via, ho visto tempeste confondersi e un raggio di sole spezzarsi’, un altro gioiellino caramelloso da gustare.
Benvenuto anche a Paolo Benvegnù, autore della splendida “Io e te”, una scelta che valorizza e fa uscire dalla nicchia una composizione che magari sarebbe rimasta sconosciuta ai più. Questo è un altro merito di Mina, cioè dare visibilità a ciò che resterebbe in ombra, un azzardo che la proietta in avanti.
Sui duetti non inediti con Giorgia e Lucio Dalla non c’è nulla da aggiungere a quanto sia stato detto al momento della loro uscita. Resta un mistero l’avere lasciato fuori la deliziosa “Amiche mai” con Ornella Vanoni.
La produzione del disco è di Massimiliano Pani, ottimi i musicisti, mentre buona parte degli arrangiamenti sono di Franco Serafini e Ugo Bongianni, ad esclusione dei brani di Benvegnù, Boosta, Casacci realizzati dagli stessi autori.
La voce di Mina si dispiega agile, senza strafare, più black. Sono lontani i tempi dei virtuosismi, per lasciare maggiore spazio a sfumature interpretative che abbracciano tutti i registri.
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