|
Recensioni |
Pubblicato il 14/01/2019 alle 14:49:39 | |
Rocky Horror - Un salto nel buio ... meno rock, piu' melodia rispetto al precedente!
Con Sciogli il tempo avevano strizzato l'occhio ad un rock americano crossover: rispetto a quel disco, quello nuovo la melodia la fa da padrona. Un salto nel buio e' un titolo che ci invita a riflettere!
Con Sciogli il tempo avevano strizzato l'occhio ad un rock americano crossover: rispetto a quel disco, quello nuovo la melodia la fa da padrona. Un salto nel buio e' un titolo che ci invita a riflettere!
Si intitola Un salto nel buio il nuovissimo disco dei Rocky Horror, e se con Sciogli il tempo avevano preso gusto nel tirare dritto verso un rock americano (più crossover, più dedito alla didattica del genere che al gusto del popolo), con questo nuovo capitolo i nostri si sono dedicati molto di più alla melodia e all’estetica di un ascolto che possa arrivare anche ai più neofiti.
Di certo non è un disco facile ne tantomeno il rap di Justice aiuta allo scorrere della tracklist, va anche detto che se mettiamo su il lavoro dei Rocky Horror RHFS di certo non dobbiamo aspettarci il pop rock all’italiana maniera.
Con “Un salto nel buio” ci troviamo di fronte una diretta e concisa disamina sociale, efferata e senza mezzi termini, brani come Godzilla o Foggia a mano armata direi che si levano sassolini dalle scarpe senza passare tanto per intermediazioni, bellissimo l’inciso corale di Oggi come ieri con questo sax che teletrasporta altrove, in un’America soul di rioni e di ferro, ecco l’introduzione di organze interessanti come quelle dei sax o dell’elettronica che arricchisce sempre e non leva mai il trono al muro di suono suonato dei Rocky.
In Ogni singolo momento troviamo la splendida featuring del chitarrista Andy MacFarlane e di featuring questo disco ne è pieno come da prassi per i loro lavori, e ci sentiamo di accodarci a quella parte della critica che vede nella chiusa Social Karma il momento topico del disco che non solo dal punto di vista letterario ma anche sonoro circonda un po’ tutto il mood e tutta la filosofia del disco.
Con Freddy Delirio i nostri sfornano una chicca davvero interessante che vorremmo poter usare a bandiera su tutto questo mondo digitale che ormai pontifica su tutto, pescando dal testo, già dalle prime frasi, “Giudichi e pontifichi ormai su tutta la linea. Ma chi cazzo sei, cazzo ti ha mai visto prima”.
Penso basti questo a fare un punto sulla denuncia sociale dei Rocky che già dal singolo di lancio Siamo noi con la bellissima Kelly Rey di Playboy Italia aveva messo chiaro il punto, tornare alla verità di noi stessi come vera arma per combattere l’omologazione che stiamo affrontando ogni giorno, un disco che serve prima ai ragazzini e poi agli adulti.
Articolo letto 756 volte
|