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Pubblicato il 25/03/2009 alle 00:18:01 | |
nu INDACO, Live in Rome, Stazione Birra, 15/03/2009
Ospiti speciali: Arnaldo Vacca (ex INDACO), Andrea Ra, H.E.R., Sanshay Kansa Banik, Antonio O’ Lione, Alessandro d’Alessandro e Antonella Costanzo (Piccola Orchestra La Viola)
Nel bel mezzo del “Su Mundu Tour”, la performance che i NU INDACO hanno tenuto a Roma, il 18 marzo 2009, si eleva a summa incontrastata della cultura etnico-folcloristica del mediterraneo. Le motivazioni sono di seguito spiegate.
LA LOCATION
Dopo essersi esibiti nell’autorevole compagine di Villa Aldobrandini, a Frascati, i NU INDACO sono riusciti a proporsi presso un locale, STAZIONE BIRRA, che sarebbe ingiusto definire solamente prestigioso, visto che si segnala come una delle location più tecnicamente attrezzate dell’intera penisola. Basti dire che John McLaughlin decise che vi si poteva esibire, solo dopo che gli fu inviata la scheda tecnica relativa all’impianto di amplificazione sonora, che lo lasciò letteralmente di stucco.
Nato nel 1998 con “l’idea di riunire in una unica grande struttura ogni aspetto in qualità dell’intrattenimento”, cinque anni fa è diventato “un live club puro, dedicato esclusivamente alla musica di qualità senza barriere stilistiche: jazz rock, blues, progressive rock, hard rock, heavy metal, punk, reggae, folk… insomma tutto quello che può offrire il pentagramma moderno”. L’apertura di questo nuovo corso fu affidata a un artista leggendario nel rock, Carl Palmer, il quale, esibitosi l’11 marzo 2004, inaugurava una stagione di concerti prestigiosi tenuti da artisti blasonati quali Steve Hackett, Hot Tuna, Joe Bonamassa, Marty Friedman, Allan Holdsworth, Rickie Lee Jones, Paul Gilbert, Dokken, Echolyn, Tony Levin Band, Mike Stern, Marillion, Tony Martin, Colosseum, Nine Below Zero, Billy Cobham, Tommy Emmanuel, Hatfield & The North, Pendragon, California Guitar Trio, Le Orme, Procol Harum, Earth Wind & Fire, James Taylor Quartet.
GLI OSPITI
Non paghi di esibirsi in un siffatto contesto, i NU INDACO hanno osato ancora di più, invitando una manciata di ospiti prestigiosi le cui performances hanno contribuito a fornire un valore aggiunto di inestimabile spessore artistico.
Il primo ospite per importanza, almeno a detta di chi scrive, è stato Arnaldo Vacca, tanto per le sue innegabili qualità tecniche, quanto perché ha militato negli INDACO per quasi 10 anni, in qualità di percussionista e vocalist, pubblicando con loro la bellezza di 6 album: “Flying With The Chakras” (1995), “Vento Del Deserto” (1997), “Amorgos” (1999), “Spezie” (2000), “Terra Maris” (2002), e l’antologia “Porte d’Oriente” (2005). Percussionista e polistrumentista, docente presso la scuola “Syntonia" di Roma, Vacca è specializzato in tecniche esecutive di diversi strumenti etnici ed in particolare dei tamburi a cornice. Ha collaborato con artisti quali Antonello Venditti, Edoardo Bennato, Teresa de Sio, Gino Paoli, Marina Rey, Los Reyes (Gipsy King), Eugenio Bennato, L’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, Mauro Pagani, Antonello Salis, Tony Esposito e, soprattutto, con Massimo Ranieri, con il quale ha lavorato nel biennio 2002-2003 nel tour Teatrale “Oggie e Dimane e Nun è Acqua”.
La sua presenza, al concerto del 18 marzo, non è da sottovalutare: egli, infatti, ha consolidato quel prezioso trait d’union che, legittimamente istituito da Mario Pio Mancini, lega innegabilmente la band di oggi, NU INDACO, a quella di ieri, INDACO.
Ma la serata, come detto in apertura, ha ospitato anche altri musicisti di rilievo: Andrea Ra, H.E.R., Alessandro d’Alessandro e Antonella Costanzo, Antonio O’ Lione, Sanshay Kansa Banik.
Il primo, Andrea Ra, non ha certo bisogno di presentazioni: bassista, cantante, produttore e cantautore rock, ha trentacinquenne anni ed è laureato in Letterature scandinave. “È nato artisticamente nel 1987 e in tutti questi anni ha collaborato e suonato con molti personaggi della scena musicale italiana. Grazie alla sua particolare tecnica bassistica e al suo stile poliedrico, è stato a volte ribattezzato “il Les Claypool italiano”. ha fatto parte dei “F.A.T.” e degli “Insania” e ha fondato gli “Atto Terzo”, un trio dalle influenze funk-rock che ha pubblicato quattro album. Alla fine degli anni ‘90 ha intrapreso la carriera solista pubblicando diversi album solistici, l’ultimo dei quali, “Le bighe sono pronte” (edito nel 2007 per "Altipiani-Rock" e distribuito dalla “Edel”), segna il suo ritorno sulla scena discografica a cinque anni di distanza dal precedente lavoro (“Scaccomatto”). L’uscita del suo nuovo album in studio è prevista per la primavera del 2009.
Presente anche al concerto di Frascati, la violinista Erma Castriota, in arte H.E.R., è attualmente collaboratrice di Teresa de Sio e ha in passato lavorato per Eugenio Bennato, in occasione del tour “Taranta Power” e con i “Nidi d’Arac”, gruppo dedito alla rivisitazione in chiave moderna della musica etnica salentina.
Alessandro d’Alessandro e Antonella Costanzo fanno parte de “La Piccola Orchestra La Viola”, nata nel 1994 da musicisti provenienti dalle province di Frosinone, Roma e Latina, “con lo scopo di recuperare, anche in chiave inedita, la memoria e le radici della cultura popolare”. L’Orchestra ha ideato e messo in scena spettacoli ai quali hanno partecipato, tra gli altri, Daniele Sepe, Eugenio Bennato, Massimo Carrano (uno degli ultimi innesti negli INDACO, in sostituzione di Arnaldo Vacca) e ha collaborato, tra gli altri, con Angelo Branduardi, sia in studio (con Franco Battiato, nel brano “Il Sultano di Babilonia e la prostituta”), sia dal vivo (nel progetto “I viaggi di Gulliver”, di cui il violinista milanese era direttore artistico). Di loro, Branduardi ha detto: “… mi sono ritrovato di fronte ad un’orchestra che suonava in maniera estremamente classica… con un atteggiamento, si popolare, ma al tempo stesso molto elegante… con un fuoco ed una partecipazione che… sono rimasto di stucco soprattutto nell’ascolto di un brano… e quel brano poi è finito nel disco che mi fu commissionato dalla Famiglia Francescana “L’infinitamente piccolo”, leggermente riarrangiato… cantato in coppia da me e Franco Battiato, di cui Parente è l’autore.”.
Il percussionista Antonio Matrone, in arte “O' Lione”, suona stabilmente con il gruppo "A Paranza r' o Lione", volto alla ricerca e al recupero delle tradizioni musicali popolari e contadine del Centro e del Sud Italia, in particolare quelle campane.
Sanshay Kansa Banik, infine, è un percussionista indiano, insegnante di tablas, collaboratore, tra gli altri, degli Agricantus ed attualmente in forza nell’Orchestra di Piazza Vittorio.
IL CONCERTO
19 brani, quasi due ore di musica, 16 tra suonatori e cantanti, una sala gremita di persone. Questa, in cifre, la rappresentazione artistica che ha visto protagonisti i NU INDACO la sera del 18 marzo 2009.
Il gruppo ha proposto un set che più variegato non si sarebbe potuto scegliere: dal nuovo cd, “Su Mundu”, sono stati attinti brani influenzati da contesti musicali di stampo arabo (“Haif”), dalla tradizione pop nostrana (“Velia”, una canzone che, cantata in studio da un bravissimo Enzo Gragnaniello, ha il potenziale di diventare un vero e proprio hit single) e dalla scena folcloristica del Sud Italia (l’omonimo brano, “Nu Saltarello”, “È fatta notte…” e “Moresca Nuziale”).
Sette le cover, anche se, per almeno 5 brani, è proprio il caso di utilizzare le virgolette: si tratta di pezzi attinti dalle pregresse esperienze discografiche di Mario Pio Mancini con i gruppi YPSOS e INDACO: dal repertorio dei primi è stato attinto “Gilgamesh”, arditamente rinnovato in chiave jazz su ritmiche inusuali di stampo reggae; “Spezie”, “Su Nuraghe”, “Salentu” e “Ascea”, invece, fanno parte della produzione degli INDACO, gruppo doppiamente tributato anche per la citata presenza di Arnaldo Vacca, invitato da un emozionantissimo Mario Pio Mancini a suonare negli ultimi due brani.
Le vere e proprie cover, invece, sono state “Arabic Waltz”, un traditional turco, e “Don Pizzica”, brano degli Officina Zoé, gruppo salentino dedito alla riscoperta della “pizzica”.
Largo spazio è stato lasciato ai numerosi ospiti: a Sanshay Kansa Banik è toccato l’onore di aprire il concerto con un travolgente assolo alle tablas, cui, nella parte finale, si sono aggiunti batteria e basso. Al percussionista indiano, peraltro, spetta il primato della costanza, avendo accompagnato il gruppo per quasi tutta la durata del concerto.
Andrea Ra si è profferto in un interessante solo di basso, che di fatto costituiva una intro al brano “Haif”, mentre HER si è esibita in una performances minimalista per sola voce e violino.
Infine, dal repertorio dei rispettivi gruppi di appartenenza (“Piccola Orchestra La Viola" e “A Paranza r' o Lione"), hanno attinto Alessandro d’Alessandro, Antonella Costanzo e Antonio O’ Lione, quest’ultimo accompagnato da Alfonso Cirillo e Giovanni Saviello.
Orbene, abbiamo parlato della location, dei numerosi ospiti, dei gruppi del passato, ma ci siamo dimenticati di parlare dei veri protagonisti della serata, i NU INDACO.
Invitiamo il lettore che non dovesse conoscerli a leggere quanto su di loro scritto in occasione della recensione del concerto tenuto a Frascati, il 22 febbraio scorso (il link si trova a fondo pagina). In questa sede è quantomeno doveroso riportare l’organico del gruppo (che si trova a seguire, subito dopo la tracklist) a cui va riconosciuto l’innegabile merito di portare avanti, con competenza e umiltà, sotto la direzione di Mario Pio Mancini e Antonio Nastasi (l’altro cervello del progetto NU INDACO), la blasonata tradizione “indachiana”, le cui forti influenze mediterranee costituiscono uno dei substrati culturali della preziosa ed inimitabile tradizione folcloristica nazionale.
TRACKLIST
1. Tablas intro (Sanjay solo)
2. Spezie
3. Su Nuraghe
4. Nu Saltarello
5. Haif intro (Andrea Ra solo)
6. Haif
7. Acqua Cheta (featuring Alessandro d’Alessandro e Antonella Costanzo)
8. d’Alessandro/Costanzo solo
9. Gilgamesh
10. Velia
11. Ascea
12. Percussion solo (Arnaldo Vacca solo)
13. Su Mundu
14. Moresca Nuziale
15. Arabic Waltz
16. Tammuriata (O’ Lione solo)
17. È fatta notte ‘o padrone chiagne
18. Red Football (H.E.R. solo)
19. Don Pizzica
Formazione NU INDACO
- Mario Pio Mancini: bouzouki, violino, mandola
- Antonio Nastasi: tastiere
- Lele Lunadei: basso
- Martino Cappelli: chitarra elettrica, bouzouki, oud
- Alessandro Severa: fisarmonica
- Monica Cucca: voce
- Gianni Polimeni: batteria
Special guests
- Arnaldo Vacca (ex INDACO): tamburi a cornice
- Sanjay Kansa Banik (Orchestra di Piazza Vittorio): tablas
- H.E.R. (Erma Castriota) : violino, voce
- Andrea Ra: basso
- Alessandro d’Alessandro (Piccola Orchestra la Viola): fisarmonica
- Antonella Costanzo (Piccola Orchestra la Viola): voce
- Antonio “o' Lione” Matrone (A Paranza r' o Lione): tamburi a cornice
- Alfonso Cirillo (A Paranza r' o Lione): voce, castagnette
- Giovanni Saviello (A Paranza r' o Lione): organetto
DISCOGRAFIA COMPLETA
1. INDACO: Lp, 1992, autoproduzione, MPM 001 (uscito a nome “MARIO PIO MANCINI, RODOLFO MALTESE AND THE NEW ENSEMBLE”)
2. FLYING WITH THE CHAKRAS: Cd, 1995, Babaji, CD-01-95 (uscito a nome “MARIO PIO MANCINI”)
3. VENTO DEL DESERTO: Cd, 1997, Il Manifesto, CD013 (uscito a nome “INDACO”)
4. AMORGOS: Cd, 1999, Il Manifesto, CD037 (uscito a nome “INDACO”)
5. SPEZIE: Cd, 2000, Il manifesto, CD057 (uscito a nome “INDACO”)
6. TERRA MARIS: Cd, 2002, Helikonia, HKVS1102 (uscito a nome “INDACO”)
7. ANTEPRIMA TERRA MARIS: Cd single, 2002, Helikonia, HKVS02502 (uscito a nome “INDACO”)
8. PORTE D’ORIENTE: Cd, 2005, Squilibri/Il Manifesto, CD155 (uscito a nome “INDACO”)
9. TRACCE MEDITERRANEE: DVD, 2006, III Millennio, 0229 (uscito a nome “INDACO”)
10. OLTREMARE: Cd, 2007, Helikonia, HK0607 (uscito a nome “YPSOS”)
11. SU MUNDU: Cd, 2009, Helikonia/Routes, senza cat. (uscito a nome “NU INDACO”)
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