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| Pubblicato il 05/03/2014 alle 23:50:40 | |
The Niro: un Lord inglese che canta italiano
The Niro inventa la soluzione perfetta per emergere in maniera decisiva nel panorama musicale italiano, in evoluzione verso nuove frontiere.
Davide Combusti, in arte The Niro, è un ragazzo romano classe 1978. Figlio d'arte, impara fin da bambino ad avere a che fare con la musica iniziando con lo studio della batteria e percussioni.
Il progetto The Niro nasce nel 2002, ed è con questo nome che inizia ad esibirsi dal vivo nei locali romani ottenendo via via sempre più riscontro da "chi di dovere".
Il primo album è del 2008 dall'ominimo titolo. L'art work della copertina è affidato al newyorkese Mark Kostabi, già autore della cover di Use your Illusion I dei Guns 'n' Roses. Da The Niro è estratto il primo singolo Liar . Il pezzo riscuote così tanto successo da venire direttamente insierito nella tracklist della prima compilation di Virgin Radio accanto a Radiohead ed Editors.
Il cantato originale di The Niro, insieme al suo carattere unico di artista raffinato fa subito in modo che venga notato dalla stampa e dalla critica, sia in italia che all'estero. La sua carriera si esprime infatti alla massima potenza nei live in Paesi come Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
La sua scalata alla cima dell'Olimpo musicale lo vede come opener nei concerti di grandi nomi come Deep Purple, Amy Winehouse, Carmen Consoli, Isobel Campbell, Afterhours, Caparezza,e Malika Ayane.
Best Wishes del 2010 e The Ship del 2012 sono i suoi notevoli secondi album in lingua inglese.
La musica di The Niro è pura Estetica, nel senso filosofico del termine. Ascoltandolo cantare in inglese si ha l'impressione di star seduti in un teatro londinese dell '800 accompagnati dalla sua chitarra acustica e dalla sua voce limpida mentre fuori cala la notte.
E' il Febbraio 2014 e The Niro si presenta al Festival di Sanremo con il brano 1969 , un'originale cronaca del primo sbarco americano sulla Luna e di come il mondo lo ha vissuto: popoli distanti uniti nello stesso momento da un unico ed irripetibile evento.
1969 da anche il titolo al suo quarto album, il primo della sua carriera interamente in lingua italiana, uscito sotto etichetta Universal. Chi conosceva The Niro per i suoi primi tre lavori, al primo ascolto di 1969 ci mette solo un attimo ad abituare l'orecchio all' italiano. La sua musica originale e sempre di stampo anglosassone, è perfettamente accostata all'uso della nostra lingua, che risulta nuova al cantato dell'artista.
Il disco parla di evoluzione e non a caso si apre con L'Evoluzione della specie , che nasce come un tranquillo risveglio da un sonno profondo, per aumentare di enfasi con il crescendo del pezzo, fino a scatenarsi in un Rock psichedelico che ricorda quello dei Radiohed dai quali sicuramente lo stesso The Niro è stato influenzato.
1969 è un album che inserirei nella categoria dell' "Epica", qualora questo termine possa essere accostato alla musica. 11 brani di pura bellezza che cantano la storia umana e dell'umanità, così come un Pindaro della musica moderna. Ed è proprio il poeta ad ispirare il titolo ad uno dei pezzi migliori qui contenuti, che rimanda con nostalgia alle sonorità dell'antica Grecia.
Vanità è un curioso brano "esteta" dove, tentando di prendere le distanze dal mondo di oggi, porta a riflettere sui canoni estetici che definiscono troppo spesso la realtà quotidina e la racchiudono in rigidi schemi, oltre i quali è tutto alieno.
Newton ispira pensieri relativi all'Universo, ti porta a fluttuare con la forza di gravità della sua musica, fin quando torni a ricordarti di quella Vanità di cui sopra che ti tiporta con i piedi a terra .
La chiusura con Eroe lascia però la porta aperta al viaggio e alla speranza di questo personaggio che, seduto davanti ad un panorama che sembra cadergli addosso, prende la consapevolezza di doversi mettere in cammino verso il suo destino di possibilità.
The Niro inventa, in modo idilliaco, la soluzione perfetta per emergere in maniera decisiva nel panorama musicale italiano, in evoluzione verso nuove frontiere.
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