|
Recensioni |
Pubblicato il 13/07/2018 alle 00:29:23 | |
Ringo Starr & His All Starr Band – Roma (Auditorium Parco della Musica) 11/07/2018
Ringo Starr conclude a Roma la sua mini tournee italiana. Pubblico delle grandi occasioni per il batterista dei Beatles, che con la sua All Star Band regala emozioni tra classici dei Beatles, Toto, Santana, Men At Work e 10cc.
Ringo Starr conclude a Roma la sua mini tournee italiana. Pubblico delle grandi occasioni per il batterista dei Beatles, che con la sua All Star Band regala emozioni tra classici dei Beatles, Toto, Santana, Men At Work e 10cc.
Il solo fatto di trovare sul palco Ringo Starr vale il prezzo del biglietto. Probabilmente è grazie a Ringo che la memoria beatlesiana non viene smarrita. Perché se Paul McCartney continua a sfornare dischi validi, Richard Starkey grazie alle sue lunghe tournee continua a regalare emozioni a non finire. L’artista è tornato a esibirsi alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito del Roma Summer Fest, dove aveva già suonato il 4 luglio del 2011. Ad applaudire Ringo in platea c’erano anche tanti vip, a partire dal cantante Renato Zero, per sino esponenti della politica come l’assessore alla cultura del Comune di Roma, Luca Bergamo e il deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza.
La formula della Ringo Star & His All Star Band è sempre la stessa. Ringo ama coinvolgere sul palco musicisti che hanno avuto un passato importante, spesso anche da leader in formazioni musicalmente di vario genere, ma sicuramente accomunate dal fatto di avere avuto dei grandi successi. Una sorta di juke boke dal vivo, suonato però da alcuni dei musicisti che erano parte di quei progetti. E così si sono ritrovati a Roma il chitarrista e fondatore dei Toto, Steve Lukather, il bassista e cantante dei 10cc, Graham Gouldman, il tastierista, percussionista e sassofonista dei Kansas, Warren Ham, l’organista dei Journey e dei Santana, Gregg Rolie, il cantante, chitarrista e fondatore dei Men At Work, Colin Hay e il virtuoso della batteria, Gregg Bissonette.
Il concerto in se è una festa vera e propria. Ringo Starr è il gran cerimoniere, che si alterna tra la batteria e il microfono, proponendo anche qualche estratto dal recente album “Give Me More Love”, e lasciando sempre spazio ai suoi compagni di viaggio. Ringo parte con un classico di Carl Perkins, ovvero “Matchbox”, per poi passare alla sua “It Don’t Come Easy”. Poi spazio a “Dreadlock Holiday”, dal repertorio dei 10cc eseguita da Graham Gouldman, per poi passare all’immensa “Evil Ways” (dal repertorio di Santana, in onore dell’organista Gregg Rolie), per poi approdare al classicone dei Toto, “Rosanna”, con Steve Lukather a farla da padrone. Non nuovo al pubblico romano, il chitarrista dei Toto ha invitato tutti ad alzarsi in piedi. Generazioni diverse si sono così riversate sotto palco per ascoltare una mini enciclopedia del rock live. C’erano persino diversi bambini, che tra qualche anno ricorderanno sicuramente di aver potuto ascoltare dal vivo un pezzo di storia della musica. Colin Hay ha regalato emozioni e ricordi con la bellissima “Down Under” (dal repertorio dei Men At Work). Ringo è poi tornato per chiudere in bellezza il primo set con una cover di “Boys” delle Shirelles, e due classiconi dei Beatles, ovvero “Don’t Pass Me By” e “Yellow Submarine”, cantate praticamente da tutto il pubblico presente.
Mentre Ringo si concede una pausa, per il cambio d’abito e riprendere energie, la band prosegue senza sosta il suo viaggio nella memoria. E’ di nuovo il turno di Graham Gouldman con “I’m not in love” (10cc), mentre Gregg Rolie riporta alle atmosfere latine di Santana con “Black Magic Woman” e “Gipsy Queen”.
Torna Ringo Starr che, dopo aver presentato la band, torna al suo amore per il rock’n’roll, eseguendo una divertente versione di “You’re Sixteen” di Johnny Burnette, per poi passare alla sua “Anthem”, e ritornare a Colin Hay con “Overkill”. Ancora “Oye como va” di Santana, per poi tornare al repertorio dei Beatles con “I Wanna Be Your Man” eseguita da Ringo Starr. Graham Gouldman rispolvera dal repertorio dei 10cc “The Things We Do For Love”, mentre Colin Hay regala emozioni a non finire con “Who Can It Be Now” dei Men At Work.
A lanciare il gran finale è Steve Lukather con la travolgemente “Hold The Line”. Ringo Starr a questo punto torna a essere protagonista sul palco. In sequenza arrivano la sua “Photograph”, la cover “Act Naturally” di Buck Owens e il finale beatlesiano con “With a LittleHelp From My Friends”. E’ il momento clou della grande festa all’Auditorium. Bastano quelle poche parole cantante da Ringo (“What Would You Think If I Sang Out ofTune...”) a rendere tutti più felici e a far riemergere quel “Peace & Love” che giaceva nascosto nel cuore del pubblico. Prima dei saluti arriva la band saluta con una coda finale, che non poteva che essere rappresentata dall’inno alla pace per eccellenza, ovvero “Give Peace A Chance” di John Lennon.
Articolo letto 2340 volte
|