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Recensioni
Pubblicato il 20/12/2003 alle 11:34:51
The Strokes - Palacisalfa (Roma) 18/12/2003
di Antonio Ranalli
La band di Julian Casablancas chiude a Roma il tour europeo. In 55 minuti tirati gli Strokes confermano sul palco quello che hanno dimostrato con "Room On Fire". E oltre alla musica c'è grande attenzione per il look!

Quella di giovedì 18 dicembre a Roma è stata una giornata particolarmente movimentata per la musica. All'Auditorium Parco della Musica c'era l'idolo delle teen ager Alex Britti, al Palalottomanica sir Elton John e qualche isolato più avanti, ovvero al Palacisalfa, suonavano gli straordinari Strokes. Di fronte a questa abbondanza è inutile dire che la nostra attenzione si è spostata direttamente sul quintetto di New York, dall'anima corrosiva e che con "Room On Fire" ci ha regalato un piccolo capolavoro, da ricordare come uno degli miglior album del 2003. Quella di Roma è stata l'unica data italiana, ma soprattutto l'ultima tappa del tour europeo. Nella capitale sono arrivati fan da tutta Italia, molti dei quali vestiti e acconciati con lo stesso look di Casablancas e soci. Ad aprire la serata è stato Har Mar Superstar, ovvero una one man band di uno stile indie-pop scazzato (per usare il termine coniato dalla Barley Arts, l'agenzia che ha portato gli Strokes in Italia): un personaggio decisamente bizzarro, che canta su delle basi con arrangiamenti funky e che, tra una canzone e l'altra, ci infila sempre un "fucking", per poi arrivare a spogliarsi del tutto e rimanere solo in mutande. Davvero bizzarro, tanto che alla fine della sua musica si sono accorti in pochi.
Poi alle 22 in punto sono saliti sul palco gli Strokes. Le ragazze (numerose) del Palacisalfa hanno iniziato ad urlare alla vista di Julian Casablancas, che si è presentato con una giacca nera, ricamato in rosso. Lo hanno seguito i chitarristi Nick Valensi (giacca rossa e t-shirt bianca) e Albert Hammond Jr, vestito di grigio, e il bassista Nikolai Fraiture. Alla batteria Fab (Fabrizio) Moretti, che nel corso della serata riceverà molti applausi e inni, per via delle sue chiare origini italiane. La band attacca con "Reptilia", una delle canzoni più grezze di "Room On Fire", con la voce di Casablancas in grande spolvero. Le loro canzoni sono scarne ed essenziali, e non superano i tre minuti ("Room On Fire", 11 canzoni, dura circa 33 minuti). Gli Strokes danno in pasto al pubblico, una dopo l'altra, alcune gemme del precedente "Is This it", come "Alone Together", e pezzi nuovi come "I Can't Win" (che il vocalist dedica ad un amico). Alle prime note di "12:51" esplode il boato: è impossibile restare immobili, e la chitarra di Nick Valensi lancia un riff decisamente inconfondibile e accattivante, calibrando parole meravigliose come "...Talk To Me Now I'm Older / Your Friend Told You 'cause I Told Her...). E ancora in scaletta "Automatic Stop", "You Talk Way Too Much" e "Between Love & Hate", fino alla conclusiva "Take It Or Leave It", dove Julian Casablancas lancia l'asta del microfono sulla grancassa della batteria, dannengiandola per poi gettarsi sul pubblico, come le rockstar degli anni '70: è una vita che non si vedevano scene del genere. Finalmente qualcuno che fa rivivere alcune emozioni legate ad un certo rock. Gli Strokes sono stati paragonati ai Velvet Underground e ai Television: per noi hanno messo un importante tassello nella musica rock e si candidano a diventare i principali protagonisti della musica che verrà.

(ha collaborato Valeria Natalizia)

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