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Recensioni |
Pubblicato il 16/05/2005 alle 14:16:44 | |
Porcupine Tree - Deadwing (Lava/Atlanitc)
Un disco, un sito, una sceneggiatura. Questo è "Deadwing", ottavo album in studio dei Porcupine Tree. Tra gli ospiti anche Adrian Belew e Mikael Akerfeldt degli Opeth.
Una misteriosa figura nera, alle spalle un lago avvolto in una luce crepuscolare. Questa l'enigmatica cover di "Deadwing", ottavo album in studio per la band di Steven Wilson, il secondo lavoro per la Lava/Atlantic che giunge a tre anni di distanza da "In Absentia". In questo periodo il prolifico Wilson non è certo rimasto inattivo, ha dato vita all'interessante progetto Blackfield con il cantante israeliano Aviv Geffen e ha scritto le canzoni di "Deadwing", non un semplice album ma una ambiziosa operazione che prevede anche un storia per il cinema e il sito dedicato al disco.
Dopo la lunga title-track iniziale arriva "Shallow", uno dei pezzi più heavy dei PT, non a caso scelto negli States come singolo apripista. In Europa sarà più gradita "Lazarus ", deliziosa pop-ballad che puo ricordare i Coldplay per il giro di piano, ma la slide sullo sfondo è tipicamente pinkfloydiana, con un ritornello che si stampa subito nella mente ("Follow me down to the valley below, you know..") "Arriving somewhere but not here" riporta indietro ai primi classici del gruppo inglese come "Radioactive toys ". Atmosfere misteriose guidate dalle magiche tastiere di Richard Barbieri che esplodono in un riff centrale da far impallidire i Metallica dove si mette in luce Mikael Akerfeldt degli Opeth. Wilson ha detto più volte di non disdegnare il metal estremo e lo ha dimostrato come producer proprio degli Opeth. L'altro gradito ospite è il grande Adrian Belew dei King Crimson che regala un assolo dei suoi in "Halo". "Mellotron scratch" e "Start of something beautiful" rappresentano bene l'idea di canzone-prog ideata da Wilson, raffinate armonie vocali, suoni e produzione curata, lo stesso dicasi per la conclusiva "Glass arm shatttering". Anche se con poche novità "Deadwing" è l'ennesima conferma del valore dei PT e un ottimo modo per conoscere uno dei gruppi più affascinanti del rock odierno, un gruppo che punta tutto sulla musica.
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