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Recensioni |
Pubblicato il 11/09/2009 alle 19:39:12 | |
Ossessione e genialità nel nuovo lavoro di Stefano Edda Rampoldi
Nonostante una assenza durata 12 anni, Stefano Edda Rampoldi ritorna con un album in cui mostra di essere ancora l'artista geniale che tutti conosciamo
Edda
Semper biot
(Niegazowana / Venus)
Con un titolo in dialetto milanese, “Semper biot”, Stefano “Edda” Rampoldi si presenta al suo pubblico dopo un “silenzio” durato dodici anni, durante i quali nulla è cambiato. E’ sempre il solito Edda che con i suoi testi poetici e dissacranti riesce a mostrare quella genialità, finora, “riposta” in un cassetto. Lontani sono gli anni in cui Edda militava nei Ritmo Tribale e i fan lo amavano in maniera viscerale tanto da considerarlo una vera e propria superstar. Il suo ritorno diventa gradito sin dall’ascolto della traccia iniziale, “Io e te”. Un testo crudo ed un suono scarno sono il biglietto da visita di un album che prosegue per tutta la durata con gli stessi toni e con quella voce particolare penetrante e fuori dal comune caratteristica del cantante milanese.
Un lavoro non facile nei cui testi, che parlano di morte e di dolore, sono evidenti le ossessioni di Edda. Rilevanti “L’innamorato” che potrebbe essere uscita dal repertorio di Carmen Consoli, “Bella come la luna”, con l’arpeggio iniziale che contrasta con l’Hammond e sottolinea i diversi stati d’animo dell’autore evidenziati da un testo ora riflessivo ora rabbioso.
Un disco intimo che ci restituisce un autore che, smessi i panni della rockstar, ci mostra il suo lato più intimo ed introverso.
Tracklist:
- Io e te
- Milano
- Scamarcio
- L’innamorato
- Snigdelina
- Yogini
- Amare te
- Bella come la luna
- Organza
- Fango di Dio
- Hey suorina
- Per semper biot
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