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Recensioni |
Pubblicato il 31/07/2002 alle 17:01:05 | |
Brian Ferry: la magia del dandy
Malgrado la pioggia e il mal di gola Brian Ferry ha offerto a Roma un concerto magico e affascinate.
Si dice che una volta abbia posticipato un tour perchè non gli piaceva la foto sul passaporto. In realtà, dietro l'eterna immagine snob, Brian Ferry a 57 anni non solo ha fascino e carisma da vendere ma è anche un grande professionista. Lo ha dimostrato a Roma dove è riuscito a portare a termine una serata storta, con la minaccia della pioggia e un leggero mal di gola che ha ridimensionato la scaletta. Sul palco lo accompagna una band affiatata guidata dagli amici di sempre, Paul Thompson alla batteria e Chris Spedding alla chitarra. Mister Ferry non poteva certo fare a meno della presenza femminile (vedi le celebri cover dei Roxy Music) ed ecco accanto a lui tre valide coriste (vestite di bianco), la percussionista Julia Thornton e la piccola vichinga Lucy Wilkins al violino e alle tastiere, in un ruolo ricoperto da Eddie Jobson negli anni settanta. A parte tre estratti dal recente "Frantic" le canzoni in programma ripropongono in gran parte i vecchi classici. Il cantante di Newcastle riesce ad evitare la solita serata nostalgica grazie alla sua fascinosa presenza da dandy e a un sound dal tocco epico e sensuale che da sempre lo contraddistingue. Si inizia con "It's all over now baby blue", un omaggio sincero a Bob Dylan bissato nella versione di "Don't think twice it's a allright" per piano e voce. Un altro mito come John Lennon rivive in una grintosa "Jealous Guy". Non mancano i due hit personali, il travolgente rock'n'roll di "Let's Stick Together" e il romanticismo pop di "Slave to Love." Il meglio arriva alla fine con le riproposte targate Roxy Music, la storica "Virginia Plain" (anno 1972), "Love is The Drug" e la conclusiva "Do The Strand" e il suo inconfondibile piano martellante, creato nel 1973 da un certo Brian Eno.
Si chiude cosi¡ il Cornetto Algida Free Live Music Festival, che proseguir ad agosto con il cabaret.
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