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Recensioni |
Pubblicato il 13/11/2011 alle 23:41:05 | |
Il re del rock ed il sultano dello swing assieme sul palco: appassionatamente Mark Knopfler e Bob Dylan ..
Mentre al Palazzetto dello Sport di Roma iniziava il concerto dei due grandi talenti, un altro concerto polistrumentale si esibiva dinnanzi al Quirinale assistendo ad una svolta della politica italiana. Ma questa e' un' altra bella storia!
Mentre al Palazzetto dello Sport di Roma iniziava il concerto dei due grandi talenti, un altro concerto polistrumentale si esibiva dinnanzi al Quirinale assistendo ad una svolta della politica italiana. Ma questa e' un' altra bella storia!
Una splendida giornata di sole seguita da una sera con luna piena e ponentino leggero: così Roma salutava ieri un 12 Novembre da ricordare. E' vero, andare ai concerti oggi è diventato un lusso, ultimamante un lusso per pochi : ma le migliaia di persone assiepate in un Palalottomatica gremito appartenevano piuttosto ad un'altra categoria: quella di coloro che cercano ancora qualcosa di vero che riesca a bucare lo spesso muro di cinismo che da tempo ammorba l'aria. Le due grandi star erano lì, pronti a riversare sul pubblico tesori di arte accumulati in anni ed anni di musica ispirata, di parole intrise di poesia, di applicazione ed impegno rigoroso ; pronti a consolarci con i doni naturali che con semplicità ed efficacia sanno elargire, nonostante l'età non più verde da tempo.
Come di consueto ha iniziato Mark Knopfler, che assieme alla sua Band è riuscito a superare in perfezione la sua precedente tournée del 2010 : quella acclamatissima Get Lucky (nonostante la cattiva acustica del Palazzetto dello Sport...!!).
Le due nuove canzoni Privateering ed Haul Away, dal sapore nordico, sono due gemme purissime, ma il clou della serata (con applausi a scena aperta) se lo contendevano una Speedway At Nazareth dal finale incandescente (apprezzatissima anche dai più rigorosi fans di Bob), un Marbletown ricco di felici approfondimenti che rivelano quanto siano superlative le qualità dei vari musicisti della Band ed il super-collaudato Brothers in Arms, di oramai vecchia data ma più che mai attuale per i venti di guerra che purtroppo continuano a susseguirsi sotto i nostri occhi.
L'esordio di questo tour non ha visto Bob e Mark esibirsi assieme: è stato solo dopo alcuni concerti, a Bournemouth (Inghilterra), che d'improvviso Bob ha chiesto a Mark di accompagnarlo in una delle sue canzoni; poi nelle altre serate la cosa si è ripetuta per altri tre pezzi, poi quattro, poi cinque....e dopo non ha più voluto privarsi della sua chitarra e nelle prime canzoni del concerto di Bob c'è sempre Mark al suo fianco.
Le due band si sono perfettamente amalgamate, pur suonando separatamente, con grande sollievo del tastierista-chitarrista-braccio destro di Mark, Guy Fletcher, che all'inizio si sentiva un po' snobbato da Dylan al quale continuava a rivolgere sorrisi e saluti mai ricambiati... ma i fans di Bob lo sanno bene quanto sia imprevedibile e lunatico il loro pluripremiato idolo (candidato ultimamente al Premio Nobel per la Letteratura) dal quale accettano tutto in cambio di quello che l'artista sa creare. Anche la voce di Dylan è cambiata negli anni : non è certo “flautata” (d'altronde non lo era neanche quella di Louis Armstrong , benchè estremamente espressiva)....Una voce che può variare da un concerto all'altro....può capitare, come si è già visto, sentir cantare in coro tutti i suoi fans Blowin' In The Wind in vece sua, mentre lui, più roco del solito, la accennava appena.....Il vecchio leone era ieri sera più ruggente del solito ed in ottima forma ed umore, purtroppo il suono degli amplificatori troppo elevato non permetteva di godere appieno delle sue musiche. Ma i fans di Bob Dylan sanno apprezzare il contenuto al di là della confezione, e venuti da vari paesi si univano a quelli del nostro per applaudirlo con l'entusiasmo di sempre.
Domani, 14 novembre, Mark e Bob saranno a Milano per l'ultima tappa italiana, per proseguire in seguito con due tappe in Svizzera (Ginevra e Zurigo) concludendo questa bella tournée con tre concerti a Londra.
(Foto di Renato Verneau)
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