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Recensioni |
Pubblicato il 01/06/2001 alle 00:00:00 | |
Pino Scotto: Guado
Non potevamo che attenderci un grande album dall’ex leader dei Vanadium.
Non potevamo che attenderci un grande album dall’ex leader dei Vanadium.
E così si è verificato. Pino Scotto, una vera e propria istituzione in Italia, visto che è stato il primo a proporre hard rock / metal in Italia e soprattutto l’unico nostro connazionale ad aver suonato ad una manifestazione del calibro del Monster Of Rock, torna sul mercato con il suo secono lavoro solista (antologie e progetti speciali esclusi). Guado, questo il titolo del CD, è una sorta di omaggio da parte dell’artista alla musica che ha sempre amato. Dunque qui non troverete soltanto suoni duri e metallici, ma anche influenze blues, rock e soul, che ben si allineano alle indiscutibili doti vocali del cantante. A partire dal brano Le stelle cadenti Scotto fa capire subito di non aver mai perso la grinta e l’energia degli esordi, e questo lo si può dedurre anche dal sound diretto che traspare dall’intero lavoro. Merito anche di un’ottima schiera di musicisti, tra cui troviamo tra gli altri Lio Mascheroni (batteria), Massimiliano Gentilini (basso), Fortu Saccà (basso) e Daniele Simonini (chitarre). I testi di Scotto sono riflessioni su problemi di rilevanza sociale, e nello stesso tempo momenti di grande intensità poetica. Ne sono un esempio Code di cometa, Disperanza e Sottotoner. Alcuni graditi ospiti, come Mattia Bigi e Tommy Massara degli Extrema e Omar Pedrini ed Enrico Ghedi dei Timoria rendono il progetto ancora più speciale. In Gamines (nuova versione del brano giè apparso del precedente lavoro Il grido disperato di mille band) c’è la straordinaria presenza della voce di Aida Cooper e dell’inconfondibile sax di Claudio Pascoli. Long Live To Rock.
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