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Recensioni |
Pubblicato il 15/12/2009 alle 12:06:13 | |
Sold-out per i Deep Purple al Palalottomatica (12/12/09)
Il nuovo tour italiano dei Deep Purple, organizzato dalla Barley Arts, ha riportato lo storico gruppo all’ex Palaeur, facendo il sold out. Ad aprire Maurizio Solieri.
Il nuovo tour italiano dei Deep Purple, organizzato dalla Barley Arts, ha riportato lo storico gruppo all’ex Palaeur di Roma, facendo il sold out. Ad aprire Maurizio Solieri.
Ad aprire i concerti italiani è stato chiamato Maurizio Solieri, con il suo nuovo progetto solista che lo vede accanto al vocalist dei Vision Divine Michele Luppi e parte della Steve Rogers Band (Gallo e Camporeale). Nel poco tempo a disposizione ha proposto il singolo “Money” (pubblicato da Alabianca/Warner) e lo strumentale "Endless lover", dedicato scherzosamente al Gallo, oltre ad una versione di "C'è chi dice no". Il disco è previsto per gennaio.
Il palco prevede due maxi-schermi laterali. Quando lampeggia la scritta “1972” si parte con Highway star e si entra subito nella storia del rock. Oltre ai tre elementi storici è notevole l’apporto di Steve Morse e Don Airey, successore ideale di Jon Lord. Gillan è in buona forma, rilassato, piuttosto dimagrito. La voce c’è, anche se sugli acuti fa quello che può. In scaletta ci sono diverse chicche degli anni ’70. La jam di “Lazy”, “Fireball”, con il drumming incalzante di Ian Paice, “Mary Long” e “No one came”. Emozionante “Wasted sunsets”, splendida ballad tratta da “Perfect strangers”, il grande disco che segnò la prima reunion. Spazio anche a “Rapture of the deep”, la title-track dell’ultimo lavoro. Interessanti gli assoli personali di Morse, il chitarrista americano non è mai eccessivo, e Airey, in stile classico. Persino Glover, sempre restio a farsi notare, si concede da solo con il suo basso. I due classici più attesi sono “Space truckin’” e l'immancabile Smoke on the water, con le immagini dell’incendio al Casinò di Montreaux. Nel bis altri due evergreen dal calibro di “Hush” (scritta da Joe South e ripresa anche dai Kula Shaker) e “Black night” che scatenano un coro collettivo nel Palalottomatica. Non c'è che dire. I Deep Purple di oggi sono davvero in forma.
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