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Pubblicato il 30/06/2018 alle 18:18:56 | |
Il Mucchio Selvaggio cessa la pubblicazione
Chiude la storica rivista di musica rock "Il Mucchio Selvaggio". L'annuncio è avvenuto direttamente sul profilo Facebook della testata. Calo di vendite e problemi di natura legale alla base della decisione di chiudere.
Chiude la storica rivista di musica rock "Il Mucchio Selvaggio". L'annuncio è avvenuto direttamente sul profilo Facebook della testata. Calo di vendite e problemi di natura legale alla base della decisione di chiudere.
Il Mucchio Selvaggio, testata fondata nel 1977 da Max Stefani, ha lanciato nel corso degli anni firme importante del giornalismo non solo musicali. da ricordare, tra le tante firme, quelle di Federico Guglielmi e Andrea Scanzi.
"IL FUTURO NON È "SCRITTO", MA LA MUSICA CONTINUA" questo il titolo del post apparso su Facebook.
"Il giorno in cui la decisione è stata presa non è stato il peggiore", si legge nell'annnuncio di commiato, "Peggiori sono stati quelli che l’hanno preceduto quando, alla consapevolezza della crisi inarrestabile della carta stampata e della discografia, è subentrata la frustrazione di non potervi rimediare. Non stavolta, non davanti a una sentenza del Tribunale a nostro sfavore e resa esecutiva alla fine di maggio.
Così, il numero 767 del Mucchio Selvaggio tuttora in edicola è anche l’ultimo. La sua storia, iniziata nell’anno di "American Stars’n Bars" di Neil Young, "Heroes" di David Bowie e "The Clash", purtroppo termina qui. Resterà attivo solo il sito ilmucchio.it dove pubblicheremo gratuitamente contenuti inediti.
41 anni per una rivista sono un’enormità e, per quanto sciocchi e inutili suonino gli anniversari, siamo dispiaciuti al pensiero che non ne festeggeremo altri. Mai avremmo immaginato una conclusione tanto brusca e improvvisa da negarci la possibilità di salutare i lettori alla nostra maniera, rispettando un ultimo, sebbene definitivo, appuntamento in edicola. Tuttavia, non ci è davvero possibile fare altrimenti.
Nata nel pieno del movimento del ’77 e inevitabilmente influenzata da quello spirito, Il Mucchio Selvaggio ha avuto una vita redazionale complessa e burrascosa, da vero rock magazine. Negli anni ha diviso il suo pubblico, ha scontentato alcuni ma ha anche lasciato un’eredità innegabile: è stata presente al proprio tempo per raccontare le mutazioni del mondo, non solo inglobandole – ad esempio, è l’unica rivista musicale italiana ad aver fatto emergere con vigore le firme femminili –, ma anche fornendo gli strumenti per orientarsi con consapevolezza. Così, ha formato generazioni di lettori e di critici la cui esperienza resta motivo di orgoglio.
La nostra scelta, resa inevitabile e non procrastinabile da un’ingiunzione di pagamento mossa dalla precedente direzione, ha le sue radici in un contesto editoriale e culturale fin troppo minato. Da anni ci muoviamo in un mercato in dissoluzione con le vendite e gli investimenti pubblicitari in costante calo, mentre il sistema di distribuzione continua a richiedere uno spreco di carta e risorse ormai insostenibile. Se per esistere sei costretto a una tiratura di quattro volte superiore al tuo venduto, allora anche la miglior misura di riorganizzazione assomiglia a una resistenza, mai a un reale rilancio malgrado i riconoscimenti internazionali (la copertina dello scorso giugno dedicata a "Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band" dei Beatles ha ricevuto un premio di merito agli SPD Awards di New York, la cerimonia che valorizza le eccellenze nel design editoriale).
Senza un grosso sponsor a investire per brandizzare i contenuti, il futuro è segnato e non è "scritto".
Probabilmente senza il supporto degli abbonati che hanno sempre risposto con generosità alle nostre iniziative questa storia sarebbe già chiusa. Ringraziandoli di vero cuore per la fiducia, provvederemo entro il mese di ottobre al rimborso attraverso la spedizione di arretrati del Mucchio Selvaggio, del Mucchio Extra e dei libri della società editrice. A tal fine l’indirizzo mail abbonamenti@ilmucchio.it resta il riferimento per tutte le informazioni e i chiarimenti del caso.
Senza dubbio non tutto è stato giusto, altroché, ma a spingerci è sempre stata la voglia di provare a fare qualcosa di utile e stimolante per noi stessi e per i nostri lettori.
Il nostro grazie va a tutte le persone che, numero dopo numero, hanno reso possibile Il Mucchio Selvaggio, condividendo questa meravigliosa avventura: dai collaboratori, cui va dato atto di essersi spesi con entusiasmo e dedizione oltre ogni umana aspettativa, ai colleghi e ai professionisti con cui abbiamo avuto il piacere di lavorare: uffici stampa, etichette, tipografi, addetti alle spedizioni, informatici, commercialisti e avvocati. Stiamo parlando di voi!
Joe Strummer una volta ha detto: “Penso che la gente debba sapere che noi siamo antifascisti, contro la violenza, siamo antirazzisti e per la creatività. Noi siamo contro l’ignoranza.”
Anche se non ci incontreremo più sulle pagine del Mucchio Selvaggio, restiamo fieramente da questa parte.
Ieri, oggi, sempre. Vi vogliamo bene,
Il Mucchio".
Numerosi i commenti che si sono succeduti in rete. Su tutti quello del fondatore Max Stefani, che pur dispiaciuto di quanto accaduto non ha mancato di fare alcuni appunti sulla vicenda.
"E così è successo", scrive Stefani, "Lo sapevo dal momento in cui mi sono suicidato (marzo 2011) lasciando la rivista in mano alla mia ex segretaria, che invece di affidarsi a mani più capaci ha preteso di fare un lavoro per cui non era portata. E nella sua infinita supponenza ha fatto fuori piano piano tutti quelli capaci che ci scrivevano. in questi 7 anni sono volati stracci perchè di quanto mi era stato promesso ben poco mi è arrivato. Sono anche stato denunciato per furto di macchina (assolto), oltre che essere stato tacciato di 'ladro' su una rivista che avevo fondato e diretto per 34 anni. adesso piano piano i nodi sono venuti al pettine ma è una ben magra soddisfazione farlo chiudere. Non finisce qui questa storia. ci sono altre cause in corso che forse non riguarderanno più la mia ex società ma direttamente l'amministratore in primis. di una cosa sono sicuro, avere la coscienza a posto. al massimo posso rimproverarmi di essere stato un fesso. ma me ne sono fatto una ragione e ho avuto la capacità e la forza di guardare davanti, lasciandomi alle spalle brutte storie. finalmente è finita. il re è morto. lunga vita al re".
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