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Pubblicato il 24/11/2014 alle 11:23:38
Peter Gabriel incanta l'Italia con il suo Back to front tour
di Adila Salah
Peter Gabriel e la sua band sbarcano in Italia per il Back to front tour mettendo in scena uno spettacolo sempre all'avanguardia nella sua semplicità.

Quando hai Peter Gabriel davanti a te dal vivo, per supportare l'idea di quanto grande sia il suo personaggio non servono numeri che ricordino quanti dischi abbia venduto in carriera e qual è stata l'impronta che ha dato alla world music a partire dai Genesis. World music intesa nel senso globale del termine, perché è chiaro che chiunque faccia musica deve essere per forza stato influenzato, direttamente o meno, consapevolmente o meno, dal signor Gabriel.
Polistrumentista, inventore di suoni e tecniche di registrazione, brillante sperimentatore, il genio di Peter Gabriel non smette di crescere ed evolve con l'età, la sua capacità di trasformazione è in continuo movimento.
Peter Gabriel e la sua band sbarcano in Italia per il Back to front tour mettendo in scena uno spettacolo all'avanguardia nella sua semplicità.
Seconda data all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bo) dopo quella di Torino, e ci mette un attimo ad incantare il pubblico accorso: arrivano da tutta Italia persone cresciute con la sua musica fin dagli albori, insieme ai più giovani che hanno vissuto indirettamente la sua arte magari trasmessa dai loro genitori, o autodidatti rapiti dalla sana follia dell'artista inglese.

E' subito emozione quando Gabriel entra in scena inaspettatamente per presentare la band spalla, che non sono altro che le sue due belle e brave coriste e polistrumentiste svedesi Jennie Abrahamson e Linnea Olson.
Alle 21 precise Gabriel torna sul palco quasi in sordina, ma la sua presenza è magnetica. Si siede al piano e presenta lo show in italiano:

"Questa sera abbiamo pensato di dividere lo spettacolo in tre parti, proprio come un pasto completo. L’antipasto sarà la sezione acustica, seguita da una parte elettronica. Se sopravvivrete, il piatto forte sarà la riproposizione integrale di “So”. Adesso vi presento un amico speciale”.

Ed è così che introduce sul boato del pubblico Tony Levin, uno dei più grandi bassisti al mondo, che sul curriculum vitae può vantare collaborazioni con nomi come David Bowie e King Crimson. O forse loro stessi possono dirsi orgogliosi di averlo avuto al proprio fianco. Non c'è molto altro da aggiungere.

Lo spettacolo inizia, e solo se all'anagrafe ti chiami Peter Gabriel puoi permetterti di presentare subito in scaletta pezzi come Come talk to me e Shock the Monkey, quest'ultima completamente trasformata in versione acustica arricchita da ritmi serrati.
La seconda parte in elettrico inizia su Digging in the dirt e con l'ausilio di alcuni bracci meccanici che vengono portati in scena, si crea un gioco di luci che ruota intorno alla band in emozionante crescendo. Solsbury Hill crea il delirio tra il pubblico mentre Gabriel corre instancabile e divertito come un bimbo da un lato all'altro del palco, e danzando a ritmo in una coreografia insieme a Levin e Rhodes.
Red Rain da vita alla terza parte della serata e sui maxi schermi i led cominciano a far scendere una pioggia rossa che invade l'arena e la trascina nell'atmosfera onirica di So. Sledgehammer riporta il pubblico ormai estasiato alla realtà e lo trascina in una danza, calmata solo dalla dolcezza di Don’t give up in duetto con Jennie Abrahamson. L’emozione che rimanda all’abbraccio con Kate Bush è forte.
That Voice Again, la magia di Mercy Street,e poi Big Time...brano per brano è un tripudio di energia positiva che si chiude con i brividi creati da In your eyes.
Gabriel saluta il pubblico ma torna in scena poco dopo per l’Encore: The Tower That Ate People e Biko.

“La libertà di cui godiamo oggi è il frutto delle lotte di uomini e di donne coraggiosi. Abbiamo tutti sentito la notizia dei 43 studenti messicani uccisi perche si erano ribellati all’arroganza del potere. Questa è dedicata ai giovani che hanno avuto il coraggio di affrontare i soprusi, sono giganti sulle cui spalle poggiare la nostra civiltà. Questa canzone é per Stephen Biko".

Con il ritmo battuto dall’eccelso Manu Katchè, che sottolinea il coro del pubblico in ovazione su Biko, si chiude la seconda cena italiana servita da Peter Gabriel e dalla sua band.
Eh si, lo aveva annunciato: come in un pasto. Perché la sua musica prelibata e raffinata si assaggia ed assapora lentamente, la si gusta morso dopo morso come si fa con piatti della miglior cucina al mondo, per goderne al meglio. E al momento del dessert inizi già a pensare a quando in quel ristorante a 5 Stelle potrai tornere ancora.

Setlist: What Lies Ahead / Come Talk to Me/ Shock the Monkey/ Family Snapshot/ Digging in the Dirt/ Secret World/ The Family and the Fishing Net/ No Self Control/ Solsbury Hill/ Why Don't You Show Yourself/ Red Rain/ Sledgehammer/ Don't Give Up/ That Voice Again/ Mercy Street/ Big Time/ We Do What We're Told (Milgram's 37)/ This Is the Picture (Excellent Birds)/ In Your Eyes Encore: The Tower That Ate People/ Biko

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