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Pubblicato il 25/03/2015 alle 16:11:27 | |
Radiopoli: Sergio Caputo contro i network radiofonici
Caputo non ci sta all'esclusione del suo nuovo album Pop jazz and love dal grande circuito radio e denuncia ...Questo modo di operare distruggera' la musica italiana e la discografia...
Caputo non ci sta all'esclusione del suo nuovo album Pop jazz and love dal grande circuito radio e denuncia ...Questo modo di operare distruggera' la musica italiana e la discografia...
Tutto ha inizio con un post, datato 21 marzo 2015, in cui Sergio Caputo scrive:
Comunico a tutti che radio 105 non passerà alcun brano del mio nuovo album POP, JAZZ and LOVE in quanto "non in linea con la radio". Ne consegue che ciò che si sente in alcuni network non nasce dai gusti del pubblico, ma da un filtro dai criteri quantomai oscuri esercitato da - tipo - due o tre persone che decidono quali artisti debbano esistere e quali no. In attesa di spiegazioni, consiglio cortesemente a tutti i miei estimatori di non ascoltare più questa radio.”
Ovviamente le risposte di diverse radio non hanno tardato a farsi sentire scatenando la polemica diventata poi virale. A chi ha accusato Caputo di sputare nel piatto in cui ha mangiato, l’artista risponde:” Attenzione: questo articolo si riferisce esclusivamente alla politica inammissibile adottata da certi grossi network radiofonici. Io amo la radio, ci sono cresciuto, mi ci sono formato culturalmente, e ed è un mezzo senza il quale non sarei mai diventato un cantautore di successo. In Italia ci sono centinaia di radio che svolgono correttamente il loro lavoro di diffusione della cultura musicale, e a loro porgo i miei omaggi.”
Si inizia quindi a parlare di Radiopoli, termine con il quale l’artista definisce stranezze radiofoniche italiane e le linee editoriali” che però non sono giustificate dalle playlist delle grosse radio che comprendono brani molto diversi tra loro (a suo dire paragonabili ad una playlist Clash/Mino Reitano/Joni Mitchell/Michael/Jackson/Sex Pistols/Iva Zanicchi/Ian Dury/Luciano Pavarotti.) “Linea editoriale de che? I network sono tutti uguali e mandano tutti la stessa roba".
Inoltre punta il dito sul ruolo del dee jay: "Il Dee-Jay era praticamente Dio. Come tale, a volte si divertiva a scoprire nuovi talenti e a farne delle star, e insisteva a martellare un brano finchè la gente non lo beccava.”, relagato ora ad un ruolo riempitivo di pause (“per non sentirsi del tutto inutili, i Dee-Jay di alcuni network si sono riciclati come apostoli del cazzeggio più o meno scurrile “)
E infine arriviamo alla denuncia nei dettagli:
“C’è una LOBBY delle radio - che decide CHI nella musica debba esistere e chi no. E chi è che deve esistere? Indovinate un po'? E arriviamo al punto. Lo sanno tutti e nessuno lo dice: c’è una lobby di radio che si sono unite per dominare la musica, la discografia, le edizioni, inzuppare il biscotto nel LIVE, e guadagnare percentuali di vario tipo dagli artisti che mettono in onda. C’è una etichetta discografica associata a tre grossi network in particolare (indovinate voi quali), e guarda caso quelle radio trasmettono solo gli artisti che ne fanno parte (ed eventualmente quelli enormi che non è possibile ignorare per questioni di audience). Ci sono artisti di questa etichetta che scrivono i pezzi di tutti gli emergenti. Ma se sei un emergente non sponsorizzato, non hai nessuna possibilità di passare in radio. Questo in termini schietti si chiama MONOPOLIO, e in Italia sarebbe proibito, ma nessuno parla. Perchè? Omertà. La gente ha paura di essere boicottata, e si fa censurare, mettere alla porta senza dire niente nella speranza che “un domani”… In questo quadro, la lobby ha interessi concreti ad oscurare chi della sua cerchia non fa parte, perché vuole che tutti i soldi che la gente ha intenzione di spendere in intrattenimento finiscano nelle loro casse e non vadano dispersi altrove. Se non ti passano in radio, hai più difficoltà a fare concerti. Se sei in radio 40 volte al giorno, batti che ti ribatti alla fine riempi i palazzetti. Ecco il giro di affari, ecco perchè certi artisti si sentono in radio duecento volte al giorno, e altri MAI.
Continueremo a seguire la vicenda, nel frattempo ricordiamo che la musica "nuova" è presentata ogni settimana dal nostro direttore Giancarlo Passarella e il suo Il re del gancio, format radiofonico davvero libero e gratuito, sia per le radio che lo mandano in onda, sia per i giovani artisti ospitati.
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