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Recensioni |
Pubblicato il 24/02/2005 alle 16:55:22 | |
Asia Live at Storyvile - Arezzo - 22 Febbraio 2005
La neve e il poco pubblico non ha frenato gli ASIA dall'offrire 2 ore di intenso hard rock melodico con tinte progressive.
La neve e il poco pubblico non ha frenato gli ASIA dall'offrire 2 ore di intenso hard rock melodico con tinte progressive.
Asia live at Storyville, Arezzo
22 febbraio 2005
Reduci da una serie di date sold out in Germania e Spagna, gli Asia sbarcano in Italia e vengono accolti non solo da temperature polari, ma anche da un certo distacco dal pubblico che per la prima data a Orzinuovi e per questa allo Storyville di Arezzo, non accorre in massa per ascoltare i classici e le nuove canzoni della band. Ed è un peccato perché John Payne, Geoff Downes, Chris Slade e Guthrie Govan hanno deliziato il gruppo di hard core fan con un set di due ore che ha privilegiato brani tratti dal loro primo album dalla loro ultima fatica, quel ‘Silent Nation’ che anche in sede live ha confermato il suo valore non sfigurando accanto ai classici del passato. La band apre lo show con ‘Wildest Dreams’ e subito Chris Slade si mette in mostra con il suo drumming potente preciso, mentre l’ospite d’onore, Carl Palmer lo sta guardando da sotto il palco; si prosegue con ‘Here Comes That Feeling’ e subito a seguire la nuova e fresca ‘Ghost In The Mirror’. John Payne mostra di avere una voce calda e le sue interpretazioni dei brani di Wetton sono convincenti così come la prestazione del giovane Guthrie Govan, che pur rimando fedele alle intricate partiture di Steve Howe, riesce a dar loro una maggiore grinta e spinta rock che da maggior corpo alle canzoni. ‘Long Way From Home’, il nuovo singolo, è una piacevolissima aor song che meriterebbe maggior airplay, ma è con il set acustico che la band si supera rileggendo i classici ‘Open Your Eyes’ e soprattutto ‘Voice Of America’; quest’ultima soprattutto acquista tantissimo anche grazie ad un’interpretazione ricca di feeling di John Payne. Dagli album dei primi anni ’90 viene presentata ‘Who Will Stop The Rain’ e ‘Someday’ in versione elettroacustica con il giovane Govan al basso e Payne alla chitarra acustica. Carl Palmer fa il suo ingresso sul palco per 2 brani: ‘Only Time Will Tell’ e quella ‘Heat Of The Moment’ che tributò al gruppo quell’inaspettato numero 1 nel lontano 1982. Era dal 1990 che Carl non sedeva dietro i tamburi della band ed da ancora più anni che non suonava live quelle canzoni, ed era evidente la tensione e la voglia di dare il meglio nello sguardo del batterista che fino ad un momento prima sorseggiava una birra e scherzava con i roadie. Il gruppo chiude con una versione hard rock di ‘Go’ per poi scendere a fare foto e fare autografi e quattro chiacchiere con il piccolo ma grande pubblico che si è gustato un 2 ore di buona musica.
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