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Pubblicato il 01/05/2017 alle 12:33:29 | |
Baustelle – Roma (Auditorium Parco della Musica) 30/04/2017
Chiusura trionfale del tour teatrale dei Baustelle a Roma. Francesco Bianconi, Rachale Bastreghi e Claudio Brasini portano live tutta la “cattiveria” de “L’amore e la violenza”, tra echi electropop e musica disco, in una vera e propria sinfonia pop.
Chiusura trionfale del tour teatrale dei Baustelle a Roma. Francesco Bianconi, Rachale Bastreghi e Claudio Brasini portano dal vivo tutta la “cattiveria” de “L’amore e la violenza”, tra echi electropop e musica disco, in una vera e propria sinfonia pop.
Dopo il sold out del 13 marzo, i Baustelle hanno fatto una nuova visita a Roma, città che gli ha sempre amati e apprezzati. Un nuovo giro all’Auditorium Parco della Musica, questa volta per chiudere il tour teatrale, prima di ripartire per il tour estivo. Presente il pubblico delle grandi occasioni e tanti vip in platea, tra cui Patty Pravo, il regista Nanni Moretti e l’attrice Carolina Crescentini. Ad aprile la serata è stata il cantautore Lucio Corsi, apprezzato giovane cantautore che si è messo in luce con il suo “Bestiario musicale”. Corsi si presenta nel look come un novello Renato Zero, anche se imbracciata la sua chitarra acustica ricorda più Federico Fiumani dei Diaframma. Le sue canzoni sono “meta-morfiche, e ispirandosi agli animali, usa tematiche legate all’infanzia per raccontare versi percorsi di vita.
Il tempo di una breve pausa ed ecco arrivare sul palco, alle 21.40 in punto, i Baustelle. Una scritta luminosa, stile discoteca anni ’70, annuncia il nome della band. Le note strumentali di “Love” salutano l’ingresso della band sul palco.
Accanto a Francesco Bianconi (voce e chitarra), Rachele Bastreghi (voce e tastiere) e Claudio Brasini (chitarra), la line up prevede anche Ettore Bianconi, Sebastiano De Gennaro, Alessandro Maiorino, Diego Palazzo e Andrea Faccioli. E’ il nuovo singolo “Il Vangelo di Giovanni” ad aprire la prima parte del concerto che, come prevedibile, è tutto incentrato sull’ultimo lavoro “L’amore e la violenza”. Una scaletta che raccoglie un totale di dodici nuovi brani in cui i Baustelle da “bravi ragazzi” raccontano la loro visione della violenza. Spesso non c’è lieto fine, ma al pubblico dei Baustelle le canzoni piacciono proprio così perché del resto le storie d’amore che finiscono bene sono sempre scontate. La leggerezza apparente di “Amanda Lear” ha il compito di riscaldare il pubblico a dovere, per poi passare a “Betty” e a “Eurofestival”. I Baustelle riescono a raccontare il mondo contemporaneo in una chiave del tutto inedita: c’è un po’ di cinismo e vengono messe a nudo tutte le contradizioni di un mondo pieno di buchi. “Basso e batteria” e “La musica sinfonica” confermano l’amore del gruppo per sound anni ’70. Si torna a storie dallo sfondo triste come “Lepidoptera” e “La vita”, per poi riaffiorare in un attimo di leggerezza con “L’era dell’acquario”.
“Ci sono due cose di cui dovete sempre diffidare”, ha detto Francesco Bianconi nell’annunciare l’ultimo brano della prima parte, “Scrivere di tematiche sul Natale. E diffidate sempre di chi vi canta canzoni per figli. La prossima è due errori in un colpo solo”. Si tratta di “Ragazzina”, che nel finale cita anche la natalizia “Tu scendi dalle stelle”.
Il tempo di una breve pausa, e i Baustelle sono di nuovo sul palco per dare vita a una seconda parte ricca di successi. Si parte con “Charlie fa surf” e si prosegue con “Un romantico a Milano”. Poi “Gomma” per celebrare il primo disco “Sussidiario illustrato della giovinezza”.
Bianconi si concede al pubblico e si lancia in una serie di “definizioni dei Baustelle”, che solitamente arrivano da chi non li ama: “Essere snob; sono pessimisti cosmici; sono antipatici, postmoderni e citazionisti. Vi siete meravigliati? Non dovete essere come noi”. E sull’entusiasmo del pubblico, ormai in piedi sotto palco, sono partite le note di “Bruci la città”. Il concerto mette in perfetto equilibrio le voci di Bianconi e di Rachele Bastreghi. A quest’ultima tocca un momento importante dello show con l’esecuzione de “La canzone del parco” e de “L’aeroplano”. In sala c’è l’umore giusto e l’entusiasmo sale con “La moda del lento” e “Le Rane”. Per il gran finale i Baustelle regalano “La guerra è finita”, l’inedito “Veronica n. 2” e “La canzone del Riformatorio” (qualcuno in platea ha fatto giustamente notare che non poteva mancare a Roma, città governata da un sindaco che si chiama Virginia, come appunto la protagonista della canzone). E’ tempo di saluti, ma il pubblico non ne vuole sapere e richiama a gran voce il gruppo. Bianconi richiama sul palco anche Lucio Corsi per eseguire tutti insieme il suo brano “Altalena boy”, tratto dal suo primo LP e che non sfigura nel repertorio dei Baustelle. Poi, per congedarsi dal pubblico, dopo i ringraziamenti di rito, Bianconi, pensando al derby Roma – Lazio, celebrato il pomeriggio stesso, presenta “una canzone che è una consolazione per una tifoseria, ma credo che faccia un po’ bene a tutti”. E’ “Piangi Roma”, a chiudere un tour trionfale in cui la band toscana ha raccontato con uno sguardo lucido la sua visione sul mondo. Per i fans ora appuntamento con i concerti estivi.
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