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Interviste
Pubblicato il 14/03/2008 alle 09:24:11
Lenghe.net intervista il nostro Alessandro Michelucci, tra l'altro Direttore del Centro di Documentazione sui Popoli Minacciati
di Manuela Ippolito Giardi
Il portal de lenghe furlane chiacchera con questo 55enne, collaboratore dell’Università di Firenze sul progetto LanMob (dedicato ai problemi delle minoranze linguistiche europee), traduttore dall'inglese, francese e dal catalano e nostro recensore.

Il portal de lenghe furlane chiacchera con questo 55enne, collaboratore dell’Università di Firenze sul progetto LanMob (dedicato ai problemi delle minoranze linguistiche europee), traduttore dall'inglese, francese e dal catalano e nostro recensore.

Ci presentiamo un estratto di questa intervista, invitandovi a leggerla tutta poroprio su Lenghe.Net. Ovviamente c'e' estrema soddisfazione nella nostra redazione per questo articolo e facciamo i complimenti sia al portale, ma anche al nostro Alessandro Michelucci....

TUTTO SULLE MINORANZE DEL MONDO, TRA FIRENZE E LA RETE - INTERVISTA AD ALESSANDRO MICHELUCCI DI “POPOLI MINACCIATI”
Curiosamente è nella culla della lingua italiana che nasce il primo archivio nella penisola interamente dedicato ai problemi delle minoranze, dei popoli indigeni e delle nazioni senza stato. Si tratta del Centro di Documentazione sui Popoli Minacciati, che si trova a Osteria Nuova nei pressi di Firenze e verrà inaugurato questa primavera. Alessandro Michelucci (nella foto), 55 anni, ne è il direttore. Esperto di minoranze, collaboratore dell’Università di Firenze sul progetto LanMob (dedicato ai problemi delle minoranze linguistiche europee), traduttore dall'inglese, dal francese e dal catalano, giornalista, Michelucci ha intessuto una fitta rete di contatti in Europa e in tutto il mondo, collabora a numerose testate su carta e su web. Da pochissimo si occupa anche dell’ufficio stampa del gruppo musicale friulano FLK.

Nel 1992 è nata a Firenze l’Associazione per i Popoli Minacciati (di cui lei è cofondatore), sezione italiana dell’omonima organizzazione tedesca, la quale ha dato vita prima a "Pogrom", rivista stampata fra il 1994 e il 1996, e tra il 2001 e il 2006 alla rivista on line “La causa dei popoli”. Attualmente (vedi www.popoliminacciati.org) è attiva la vostra mailing list "Popoli": quali sono le tipologie degli iscritti?
La mailing list è nata nel 1996, quando ho cominciato a usare Internet. "Pogrom" era finita da poco e sentivamo il bisogno di mantenere un contatto con le persone che si occupano di questi temi, anche se in modo diverso. Gli iscritti (oggi 165) sono molto vari: studiosi, universitari, giornalisti, semplici curiosi.

Ci sono tanti tipi di minoranze (linguistiche, religiose, etniche, etc). Quali, secondo lei, hanno maggior bisogno di attenzione in questa fase storica? E perché?
Quelle dimenticate dai media. Faccio due esempi. In primo luogo, popoli indigeni remoti e di scarsa consistenza numerica, come quelli della Siberia, del Pacifico o dell'Amazzonia. In Europa (ma anche altrove), quelli che vengono dimenticati anche se legati all'attualità. Penso al Kosovo, dove tutto viene ridotto a una questione fra Serbi e Albanesi, ma non si parla degli altri: Rom, Turchi, Croati, etc. Lo stesso accade in Israele con i Beduini del Negev o in Irak con gli Assiri.

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