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Recensioni |
Pubblicato il 09/05/2004 alle 16:03:07 | |
Il cane degli Almamegretta, senza Raiz ma con tanti ospiti
È uscito “Sciuoglie ’e cane”, primo album degli Alma senza Raiz. Torna Gianni Mantice, assente nella band da dieci anni, e collaborano amici illustri come Francesco Di Bella (24 Grana) e Marco Parente
Goffredo Fofi scriveva, nel 1992: «Gli Almamegretta suonano uno strano e originale impasto di più influenze: la napoletana e l’araba, con qualcosa del rock di un tempo e un briciolo di latino-America e più di una spruzzata di ragga. Una loro canzone, “Figli di Annibale”, forse il loro risultato migliore sinora, ha una forte carica di rivendicazione per la parte africana della cultura italiana e meridionale, e farà certo discutere. Non sempre, ma con canzoni come questa sì, si sente passare per l’ex-officina il senso di una nuova elaborazione di una nuova cultura». Eh sì, gli Almamegretta sono una certezza importante del panorama underground italiano: una realtà che dopo più di dieci anni continua ad esistere, cambiando pelle, piegandosi, ma non spezzandosi mai. E ciò lo dimostra anche con il nuovo album, “Sciuoglie ’e cane”. Nel cd non compare per la prima volta Raiz, voce e frontman dell’ensemble napoletano dai gloriosi tempi delle origini e ora lanciato verso la carriera solista. La band, però, colma egregiamente la defezione con il ritorno dello storico Gianni Mantice (chitarra e mandolino), che aveva lasciato nel 1994.
Per quanto riguarda il cambio della voce, si passa da uno a due: Patrizia Di Fiore e Lucariello, alternandosi al canto, creano una cosa inedita ed evitano perciò paragoni diretti con il caratteristico timbro di Raiz. Gli Almamegretta si confermano un progetto sostanzialmente aperto, e infatti sono della partita anche Francesco Di Bella dei 24 Grana (in “Solo cu ’tte”) e Marco Parente (in “The neverland” e “Verào”), oltre al bravissimo D.RaD (sound&programs, protagonista anche del recente tour semi-acustico di Ligabue “Giro d’Italia”). Nella mia tesi su Jovanotti e Ligabue ho parlato anche degli Almamegretta, sia – appunto – con riferimento all’esperimento live del Liga, sia quando ho messo a confronto il rap jovanottiano con quello delle Posse: in quell’ambito, era inevitabile citare anche gli Alma. Tutto questo a testimonianza del fatto che la band partenopea è stata, nel nostro paese, fra gli apripista di un genere.
La formula di “Sciuoglie ’e cane” è proprio quella che ti aspetti dagli Almamegretta: dub, jazz, pop, grooves ipnotici e bassi neri e pesanti. Insomma, il Vesuvio che sbarca a Kingston, Mergellina che si incontra con Bristol. “Lo stesso vento”, “Solo cu ’tte” e il funk ritmatissimo di “Sciuoglie ’e cane” sono tra gli episodi migliori. Sempre in bilico tra ricerca, tradizione e sperimentazione, gli Almamegretta cantano come di consueto in più lingue (italiano, napoletano, inglese e portoghese!) e si confermano una band dagli orizzonti, non solo musicali, infiniti. Ogni loro album — come, del resto, il momento del concerto — è un trip vero e proprio, ma per me non si tratta di una novità: ricordo quando li vidi agli esordi, nel 1995 a Pescara (con i Sistema Informativo Massificato a far loro da spalla)… beh, oggi come allora!
Dopo l’esperienza con una major (la Bmg), i Nostri sono tornati da qualche anno all’indipendente. La via forse migliore per un gruppo come loro.
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