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Interviste |
Pubblicato il 15/06/2015 alle 03:05:59 | |
Anche il romano Artu' tra i vincitori di Musicultura 2015
Artu' si esibira' durante la prima delle tre serate finali di Musicultura, che si terranno all'Arena Sferisterio il 19, 20, 21 giugno. Romano, si presenta con 'La vecchia ha un dente di bronzo che a me sembra bianco perche' sono sbronzo'.
Artu' si esibira' durante la prima delle tre serate finali di Musicultura, che si terranno all'Arena Sferisterio il 19, 20, 21 giugno. Romano, si presenta con 'La vecchia ha un dente di bronzo che a me sembra bianco perche' sono sbronzo'. Nei suoi testi affronta, con schiettezza e pungente ironia, tematiche legate al malcontento sociale e alle ipocrisie di una societa' conformista. Gia' finalista di Musicultura nel 2011, nel corso degli anni ha calcato palchi sempre più grandi e prestigiosi: Generazione XL all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro Parioli in apertura a Brunori Sas ed Etruria Eco Festival 2013 in apertura a Niccolo' Fabi. Romano, ha all'attivo un album omonimo.
Da alcune tue dichiarazioni mi pare di aver capito che usi la musica come una sorta di autoterapia, per incanalare un’ inquietudine o la rabbia, e’ questo che ti spinge a comporre?
Penso di si. L’inquietudine e la rabbia ce l’ho da quando ero bambino. Mi chiudevo in una camera passando pomeriggi interi ad ascoltare le cassette di mio padre, battendo con tutta la forza che avevo le matite sul tavolo. Quella cosa mi faceva stare bene e in un certo senso mi ha salvato. Ora le matite sono diventate una chitarra ma l’autoterapia e’ sempre la stessa.
Ti ho visto un paio di volte dal vivo e ho notato che le canzoni le gridi, come se volessi in qualche modo liberarti di qualcosa, e’ così? Come vivi il momento di suonare dal vivo rispetto a quello piu’ intimo della scrittura?
Si grida per gioia, dolore, per amore, per rabbia e per tutte quelle sensazioni forti che ti smuovono dentro e ti fanno sentire vivo. Ti fanno sentire che ci sei. Quando sono sul placo urlo, perche’ in fondo e’ la sensazione piu’ forte che abbia mai provato. Durante il concerto mi sento bene, tutto gira, i problemi iniziano quando devo scrivere. Anche se non ne posso fare a meno ne farei volentieri a meno
“..bestemmiare sui miei compleanni per paura di avere 30 anni” è un verso de ‘La vecchia ha un dente di bronzo che a me sembra bianco perche’ sono sbronzo’ che mi ha colpito. Cosa significa avere 30 anni oggi e perché fa paura?
Avere 30 anni oggi significa che tutti si aspettano qualcosa da te. Devi sposarti, fare un figlio, e avere un lavoro “fisso” che ti permette di comprarti una macchia nuova per portare tua moglie in vacanza. Una notte all’improvviso mi e’ venuta la paura di crescere e di non essere all’altezza dell’eta’ che avevo e quindi di rimanere solo, perche’ mentre tutti dicevano di mettere la testa a posto, io stavo scrivendo il mio primo album.
Gia’ finalista a Musicultura nel 2011, oggi sei tra i vincitori e hai alle spalle una buona gavetta. Cosa significa tornare sul palco dello Sferisterio e cosa pensi possa dare un concorso come Musicultura a chi vuole farsi conoscere senza passare per i talent?
Musicultura non ha l’impatto mediatico dei talent quindi sono due cose diverse. Ai talent ci vai con l’intento di diventare famoso in poco tempo, poi non e’ proprio cosi’, e ti ritrovi in psicoterapia. Musicultura invece la scegli per sentirti parte di una delle manifestazioni d’autore piu’ importanti d’Italia. Non cerchi la notorieta’, ma soltanto persone capaci di capirti e indirizzarti per la strada giusta. Anche verso il successo.
Quali sono gli artisti con cui sei cresciuto e quelli che apprezzi oggi?
Da piccolo ascoltavo quello che trovavo in casa e quindi Battisti, Graziani, Tenco, Venditti, De Gregori, Dalla. Poi è arrivato Rino Gaetano che mi ha cambiato, Vasco che mi ha stravolto e De Andre’ che mi ha sconvolto. Oggi sono un ascoltatore disordinato, senza regole, nella mia playlist ci puoi trovare da Capossela a I Giganti passando per Bob Marley per poi tornare ai nomi di prima.
Pensi che ci siano ancora persone nell’ambito della produzione musicale, capaci di aiutare concretamente le nuove generazioni a trovare un modo per vivere di musica?
Ci sono alcune etichette indipendenti, ma alcune volte sono proprio loro stesse a trovare difficolta’ a vivere di musica. Purtroppo il mercato discografico e’ morto e qualcuno deve ritenersi responsabile. Ormai si vive di musica solo attraverso i live perche’ alla fine la gente puo’ stancarsi delle copertine ma ha bisogno di condividere, di urlare e abbracciarsi insieme durante un concerto.
Quali saranno i tuoi impegni dopo Musicultura?
Questa estate faro’ un po’ di concerti sparsi per l’Italia ma principalmente lavorero’ al nuovo album sperando di iniziare le registrazioni a Settembre. Non vedo l’ora di cantare le nuove canzoni e mando un abbraccio a tutte le persone che mi seguono e urlano con me. A presto!
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