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Pubblicato il 15/10/2017 alle 11:48:43
Celebration su RaiUno con Ernesto Assante, Serena Rossi e Neri Marcore’: tutto sul pop, in attesa del rock ..
di Giancarlo Passarella
Ieri sera la prima puntata ha registrato 2.373.000 telespettatori, con uno share pari all’ 11,69%. Tanti ospiti (forse troppi!), alcuni remake di alto livello, alcune riscoperte come Antonino e soprattutto Alex Britti ..

Ieri sera la prima puntata ha registrato un netto di 2.373.000 telespettatori, con uno share pari all’ 11,69%. Tanti ospiti (forse troppi!), alcuni remake di alto livello, alcune riscoperte come Antonino e soprattutto Alex Britti

I dati d’ascolto non sono entusiastici, ma quasi due ore di programma sono davvero troppa roba anche per noi che (come fans e collezionisti) abbiamo sognato per decenni un programma che presentasse la bontà delle canzoni evergreen in modo certosino, approfondito, passionale..

Complice il gobbo e qualche suo problema di funzionamento, ogni tanto l’inglese è stato cantato in modo superficiale, creando anche delle situazioni divertenti: è quanto è successo a chi ha rotto il ghiaccio ovvero Fabizio Moro e la sua proposta di Joe Cocker, ma soprattutto di Roadhouse Blues, dove ha reso graffiante la voce di Jim Morrison… confessando poi di essere poco esperto di lingua americana.

Sin dalle prime battute del programma, è emersa forte la preparazione dell’orchestra (ben diretta dal maestro Adriano Pennino) ed il livello professionale di tutte le componenti dell’Auditorium Rai del Foro Italico, così come ci sono luccicati gli occhi per le ballerine, brave e decisamente belle…! La regia di Duccio Forzano ha spaziato con una diversa tipologia di inquadrature, sempre molto garbate e mai isteriche: dimostrazione sia della sua esperienza, ma anche del gran lavoro di preproduzione che sta dietro ad un programma che ci immaginiamo non sia costato poco, vista anche la presenza di così tanti ospiti e di gran lignaggio.

Sempre più showman Ernesto Assante, passato dalla macchina da scrivere alla conduzione di serate ed eventi, spesso in compagnia di Gino Castaldo, anche lui tra le firme autorevoli del quotidiano La Repubblica: il programma di RaiUno è sembrato un proseguo proprio di queste sue lezioni (con cui gira anche nei teatri italiani) su cui si sia voluto inserire un ricco cast di cantanti, forzando forse un po' troppo la mano. Serena Rossi è una moderna showgirl (che fortunatamente non fa quello che non sa fare – tipo ballare – ma si propone, sempre sorridente ad un livello musicale che già ben conoscevamo). Cosa dire di Neri Marcorè che non sia un superlativo? Il suo evolversi da mero imitatore ad intrattenitore è un algoritmo tendente al positivo, dove la lunga gavetta fatta con Luca Barbarossa sta dando i suoi frutti.



Più avanti dettaglierò i vari intermezzi musicali, ma ora ripeto la riflessione iniziale: come mai se ci sono tutte queste componenti positive, non grido al miracolo? Come mai noi fans della buona musica (arrivando anche a costituire un “sindacato” dei fan club.. che Ernesto Assante conosce bene ed ha monitorato sin dai suoi bagliori nel 1986) non diciamo a gran voce che finalmente il servizio pubblico ha risposto alle nostre esigenze?

Forse perché:
1) Dalle nostre prime proposte (anche a Mamma Rai) sono passati 6/7 lustri e nel frattempo il pubblico è variegato, compresa la sua soglia di contnuità ed i parametri di attenzione si sono ulteriormente accorciati
2) Il Sabato Sera ha notoriamente un pubblico trigenerazionale variegato e la componente giovanile non è quella preponderante, mentre ci sembra che Generation (con il suo 95% di musica anglofona) vada a cercare di interessare proprio quel target
3) Mettere di seguito Tale e quale (il Venerdì) e Celebration il giorno dopo, crea una continuità molto pericolosa nella terza e quarta generazione, con mia suocera e la vicina di casa che mi chiedono se ora la sera su RaiUno sanno solo cantare..!

Per anni ho sognato di mangiare caviale, poi sono andato in tourneè in Russia nel 1988/89 (con diverse rockstar) e mi sono fatto una abbuffata di questo cibo: dopo tre giorni mi era venuto a noia ed addirittura mi stuccava. Allo stesso modo per anni ho proposto a dirigenti Rai la disponibilità di noi dei fan club, sempre a disposizione per raccontare a 360 gradi il valore di un artista o di una canzone e per decenni ho atteso che le intuizioni di Videomusic diventassero spettacolo .. ma mi sarei immaginato non dico una rubrica (stile i mitici Programmi dell’Accesso..) ma un qualcosa che allargasse il bacino del potenziale pubblico da interessare, facendogli capire piano piano .. quasi educandolo! Celebration mi sembra abbia esasperato queste intuizioni, facendole diventare troppa roba e facendoci esclamare la popolare battuta ..Troppa grazia, sant’Antonio, tanto per rendere l’idea.

Chi c’è stato e cosa ha fatto (in ordine d’apparizione
- Fabrizio Moro con You’re so beatiful (Joe Cocker) e Roadhouse Blues (The Doors)
- Noemi con Crazy loveCrazy (Gnarls Barkley)
- Claudia Gerini con Material Girl (Madonna)
- Francesco Gabbani con Dock of the bay (Otis Redding) e I feel good (James Brown)
- Serena Rossi con Rolling in the deep (Adele), Careless whisper (Wham) e I can’t stop the feeling di Justin Timberlake
- Michele Bravi con Your song (Elton John)
- Lillo, Greg, Alex Britti e Neri Marcorè con I was standing there, Ticket to ride ed Help (dei Beatles)
- Raphael Gualazzi con Imagine (John Lennon)
- Serena Rossi e Neri Marcorè con Ho in mente te (Equipe 84 & Phil Anka), Sono bugiarda (Caterina Caselli & The Monkees) e Se perdo anche te (Gianni Morandi & Neil Diamond)
- Antonino con Crazy (Pharrell Williams)
- Alex Britti con una lezione sui chitarristi rock nei pezzi pop di Michael Jackson, accennando a Black and white (dove suonava Slash) e Beat it (con Van Halen) e pensando al suo lavoro con Jennifer Batten
- Serena Rossi con Billie Jean (Michael Jackson), accompagnata da una quartetto d’archi
- Noemi con Rehab (Amy Winehouse)
- Alexia con Million reasons (Lady Gaga) e Into the groove (Madonna)
- Alex Britti con Purple rain (Prince)

Settimana prossima con Paola Turci, Elio e le Storie Tese, Piero Pelù ed i Pink Floyd riproposti da Serena Rossi.

Ed io ripenso ad Alex Britti (anche in versione valente batterista, pensando ai Beatles..) ed a Neri Marcorè, nei panni sia di un indovinato psichiatra per Gabbani, ma anche come chitarrista per l'intervento di Raoul Bova e la sua dopamina..





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