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Interviste |
Pubblicato il 25/02/2011 alle 07:57:09 | |
Shel Shapiro un artista immortale per amore della musica
Shel Shapiro mi riceve a Messina, nella sua stanza d’albergo con la finestra che si affaccia sull’incantevole mare dello stretto. Si crea, ancora una volta, una bella sinergia per un incontro all’insegna della trasparenza e sincerita'.
L’incontro con Shel Shapiro avviene a Messina, nella sua stanza d’albergo con la finestra che si affaccia sull’incantevole mare dello stretto. Si crea, ancora una volta, una bella sinergia per una chiacchierata all’insegna della trasparenza e sincerita'.
Prima di iniziare l’intervista, a registratore ancora spento, gli consegno il nuovo numero della fanzine Chez Mimì dedicata a Mia Martini e contenente il dossier su “Quante volte…ho contato le stelle”, l’album prodotto interamente da lui. La sfoglia attentamente, con gli occhi lucidi e complimenti sentiti.
E così, siamo pronti a dare il via……
° Come è nata questa esperienza teatrale “Shylock il mercante di Venezia in prova” che stai portando in tour?
*E’ nata casualmente, c’era la moglie di Moni (Ovadia n.d.r.) che stava preparando un dvd sulla giornata della memoria, c’erano una serie di persone che dovevano leggere tra i quali Albanese, Ligabue, Jovanotti). E’ toccato anche a me leggere e quando Moni ha visto me in video che leggevo , ha detto: ‘Shel deve fare Shylock’. Moni e Roberto Andò sono stati molto coraggiosi, credo, da un punto di vista della scelta, ma mi augurodi non avere tradito tutte le attese.
° Che effetto ti ha fatto questa loro proposta?
*Ma forse sono stato coraggioso anche io, tu mi conosci abbastanza, io adoro le novità, le battaglie nuove, cercare di capire cosa poteva succedere. Io rivesto il ruolo di un grande cammeo, sono un coprotagonista e, per certi versi, voglio sperare, che lo spettacolo senza di me perderebbe qualche cosa. La mia è più una presenza – fantasma su questo palcoscenico, che ogni tanto si sveglia, si mette a fare delle riflessioni. Sono un protagonista, forse perché in maniera carismatica lo sono comunque. L’aspetto più difficile è tenere alta la tensione a distanza di molti mesi, su un’opera che già conosci molto bene, e devi stare dentro dei paletti rigorosi, io non sono molto abituato a questo. Sì, lo puoi fare in tv o al cinema, impari una cosa che serve in quel momento, ma il ripetere ogni sera diventa una cosa un po’ meno energica, un po’ meno elettrica. Noi fra un po’ avremmo finito, dopodiché io vado avanti con le mie cose, oggi come oggi posso dire con piacere: ‘questa è stata esperienza irripetibile’. Moni è una persona molto ricca, che io rispetto, ma è giusto che, finito questo, io vada avanti i miei progetti e lui con i suoi. Abbiamo lavorato un anno e mezzo, è stato fantastico, importantissimo, mi ha portato nei teatri che probabilmente non avrei mai fatto. Però, bisogna andare avanti, magari farò gli stessi teatri, portando i miei spettacoli. E’ vero che io sono immortale, voglio ancora fare molto prima di arrivare a 110 anni, e dedicare del tempo a sé.
°La tua espressione "Io sono immortale” richiama il titolo del libro che ti vede al debutto come scrittore.
*Sì, per certi versi è il mio debutto. Come scrittore, ci tengo a dirlo, visto che l’editore si è dimenticato di mettere il suo nome, sono stato aiutato da un signore che si chiama Marco Cavani. Lui è stato fantastico, siamo riusciti a fare un libro divertente, ma che fa anche riflettere, spero, dove si sente ancora l’accento inglese.
° Il libro è interessante, risulta discorsivo. E si legge molto facilmente. Fai i complimenti a Marco…
*Li farò senz’altro, lui è stato molto bravo, siamo stati bravi, all’inizio ha dato lui la forma, poi io ho cambiato e lui lo ha risistemato ulteriormente e finalmente abbiamo trovato quell’equilibrio funzionale.
° Io l’ho apprezzato e presumo che abbia avuto un riscontro positivo sia a livello di vendite, sia come presentazioni…
* Sì, a livello televisivo sono stato da Corrado Augius, da Maurizio Costanzo, da Gigi Marzullo. Devo dire che sono mancati un po’ di appuntamenti come da Fabio Fazio. Peccato, sarebbero stati di grande utilità.
°C'è un motivo particolare per queste mancanze?
*Forse perché non sono abbastanza importante.
° Voglio ringraziarti che in questo libro hai dedicato un ampio spazio a Mia Martini..
* Ho dedicato pagine a persone con le quali ho condiviso la mia vita, come è stato con Mimì che ha legato anche con la mia famiglia. Nella vita di uno che fa questo lavoro, un anno e mezzo insieme, diventa tantissimo tempo. Noi che tendiamo ad essere farfalline, che voliamo da un punto all’altro. A lungo andare, diventa difficile mantenere un rapporto.
° Sembrerebbe che, rispetto al rapporto con altre artiste femminili (Mina, Patty Pravo ed altre, n.d.a.), tu abbia avuto un legame più particolare con Mimì, che andava al di là della componente artistica.
* Mia aveva una sua fragilità, che non era così dichiarata secondo me. Lei cercava di non mostrarsi vulnerabile. A forza di lavorare insieme, per 14 ore al giorno in studio per molte settimane, è inevitabile che cominci a conoscere le zone in cui ognuno di noi traballa, tendenti alla insicurezza. Quelle di Mimì le ho scoperte, come lei ha scoperto quelle mie. Mimì è stata l’unica donna con cui ho lavorato che mi ha proprio affidato la vita artisticamente. Le altre si sono affidate a me per una canzone, lei mi ha affidato la vita artistica per un periodo di tempo, come ho scritto nel libro. Allora, ho avuto un peso notevole nel comprendere e percepire emotivamente una persona. Per questo, è quella che mi rimane più vicina al cuore. Non è solo un fatto di bravura in assoluto, ma l’importanza di un incontro dove abbatti dei muri e ti fai vedere ‘senza le mutande’.
° Con Mimì hai scritto due brani “Quante volte” e “Bambolina, bambolina”. Il secondo come è nato?
*“Bambolina, bambolina” era già esistente, bellissima, rientra nelle canzoni che, se ti entrano nella pelle, non le lasci più stare. Devo dire che ci sono alcune mie canzoni che hanno questa caratteristica, ci vuole un po’ di tempo per arrivarti dentro, ma nel momento in cui accade ti accompagnano per tutta la vita.
° Per quanto riguarda le altre artiste, ci sono canzoni che non hanno avuto un riscontro immediato ma che rientrano in questa caratteristica che hai evidenziato? * Io credo che ci siano state delle canzoni scritte per Mina come “Immagina un concerto” e la bellissima “Giorni”, che non ha avuto il successo che si meritava perché hanno deciso poi di spingere il lato B “Ormai”. Ma anche queste scelte sono legate all’odore del momento, alla possibilità di entrare in contatto con quello che sta succedendo. Basta che qualcuno dica: ‘lo sai che preferisco l’altra facciata’? e l’artista va in panico e cambia tutto. Devo dire che questo non è accaduto con Mimì, che io ho cercato di difendere ad oltranza anche in quello che non riguardava la sua vita artistica, mettendomi io stesso al suo posto.
° Mi ha colpito nel libro anche apprendere che in occasione della morte di Mimì, non sei stato avvisato.
* Sì, è una cosa molto strana, come se io avessi dovuto comunque sapere la notizia, quando è successo, non c’ero proprio in Italia. Io avevo avuto, tra l’altro, delle piccole tragedie….
° In merito alla tua produzione discografica, ho portato, da fan, un LP tuo del 1987 “Per amore della musica”, che io considero bellissimo…
* Sono d’accordo, è un piccolo capolavoro questo disco. In quel periodo, io ero appena rientrato in Italia, per un bisogno di ritornare a me stesso, dopo anni di lavoro in Messico con artisti famosi del posto. Sono ritornato e avevo già il provino di “Per amore della musica”, canzone strana ma bella, che aveva l’odore del magico. Purtroppo, l’ho fatto con la Durium, il disco era partito benissimo, molti amavano diversi pezzi inseriti, e stava vendendo bene, migliaia di copie. Poi, per qualche motivo a me oscuro, è stato ritirato dai negozi, quando la settimana prima, a Milano solo a Corso Buenos Aires, era arrivato a quota 200 copie in un giorno. E’ rimasta questa situazione in sospeso, mi sono chiesto se forse c’era qualcuno che abbia ostacolato la possibilità che questa casa discografica vendesse dischi. Altrimenti, non capisco, perché tutti erano concordi a definirlo un capolavoro.
° E’ un peccato che non possa essere ristampato…
* Ma è possibile che la Sony faccia un triplo album tipo ‘best of’ dove potrebbe essere inserito buona parte del mio materiale discografico difficilmente reperibile, visto che i master sono di loro proprietà. L’unico disco che resterebbe fuori, ed è un vero peccato, è un altro mio progetto di pazzia, decisamente interessante, “Backstage”, di proprietà della Universal.
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