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Pubblicato il 14/06/2006 alle 11:39:52 | |
Andrea Del Castello presenta a Roma il suo libro su Mark Knopfler
Giovedì 15 giugno alle 18.30 presso il Caffè Letterario di Via Ostiense 83 a Roma sarà presentato il libro "Mark Knopfler. Il crogiolo dei generi culturali" di Andrea Del Castello, che esporrà le sue tesi anche attraverso l'ascolto di alcune canzoni.
Giovedì 15 giugno alle 18.30 presso il Caffè Letterario di Via Ostiense 83 a Roma sarà presentato il libro "MARK KNOPFLER. IL CROGIOLO DEI GENERI CULTURALI" di Andrea Del Castello, che esporrà le sue tesi anche attraverso l'ascolto di alcune canzoni di Mark Knopfler e dei Dire Straits.
Intervengono Antonio Ranalli (RAI, direttore responsabile di Musikbox) e Massimo Giuliano (Abruzzo Oggi, editor Radiopixel), modera l’incontro Stefano Buccafusca (LA 7 NEWS).
SINOSSI DEL TESTO: È questo il primo tentativo di focalizzare le influenze che hanno invaso Mark Knopfler da diversi campi della cultura: letteratura, teatro, cinema e, marginalmente, filosofia e cultura scientifica, oltre naturalmente alla musica. Il presente lavoro, inoltre, esplora il modo in cui il musicista ha rielaborato le suddette influenze sia a livello testuale sia a livello musicale e propone un approccio che si fonda su un’interazione tra metodologie relative ai diversi campi coinvolti. Da Shakespeare a Genet, da Dickens a Heaney, dal Romanticismo a Morricone, la trattazione ripercorre i più svariati ambiti storici, geografici, culturali e stilistici che Mark Knopfler ha percorso nei quasi trent’anni di carriera dagli esordi con i Dire Straits sino al recentissimo disco solista Shangri-la.
In studi di questo tipo una tra le principali difficoltà consiste ovviamente nell’affrontare un argomento interdisciplinare che talvolta sfiora la sinestesi, come nel caso di versi influenzati da tecniche visive cinematografiche. Naturalmente, proprio a cagione dei suddetti pericoli, gli strumenti d'indagine non appartengono soltanto alla musicologia, ma sono d'ausilio anche quelli relativi ad altri campi ed in particolare a quello letterario: il più delle volte essi interagiscono per rendere più fitto il tessuto su cui l’indagine si fonda.
Invece, per quel che concerne il livello tecnico, si è optato per la maggiore possibile semplificazione concettuale e terminologica e per un’analisi musicale che non eccedesse nel tecnicismo al fine di rendere il presente scritto largamente accessibile. Essendo però questo libro un’opera di potenziale interesse per musicofili e musicisti, saranno comunque indicate anche tutte quelle nozioni che la curiosità di lettori di tal guisa potrebbe richiedere.
Premessa di Gianluca Tarquinio. Con un’intervista a Giancarlo Passarella, Presidente del Mark Knopfler Fans Club e foto di rarità tratte dalla sua collezione.
(Move Editore, 145 pp., 30 immagini, 18 €)
“L’ideale per approfondire le conoscenze su Mark Knopfler”
(Sergio Mancinelli – Radio Capital, Roma)
“Finalmente un primo, serio tentativo di focalizzare le influenze di Knopfler”
(Loris Cantarelli – JAM, Milano)
“Un lavoro decisamente interessante che mira ad analizzare l’arte del celebre chitarrista”
(Antonio Ranalli – Musikbox, Roma)
“Un originale strumento di approfondimento con una serietà metodologica di fondo”
(Alessandro Rigolli – Istituto di Musicologia, Università di Parma)
BIOGRAFIA DELL’AUTORE: Andrea Del Castello (Castel di Sangro, 1977) risiede a Roccaraso. Si è laureato in “Conservazione dei Beni Culturali – indirizzo Beni Musicali” all’Università degli Studi di Parma discutendo una tesi sperimentale (relatore Prof. Marco Capra) dal titolo “Il videoclip musicale. Caratteristiche e finalità”. Ha conseguito, inoltre, il Master di I livello in “Music Management” all’Università degli Studi di Chieti “Gabriele D’Annunzio”, discutendo una tesi sperimentale dal titolo “Temi e stilemi nella popular music” (relatore Prof. Franco Mussida) ottenendo il massimo dei voti e il corso di “Giornalismo e musicologia afroamericana” nell’ambito di Chietinjazz. Da dicembre 2004 a gennaio 2006 ha condotto e curato la rubrica musicale “Retromarcia” in onda sull’emittente radiofonica abruzzese Radio Mondo, elargendo un ampio spazio ai giovani musicisti di tutta Italia. Da giugno 2005 collabora con la rivista telematica MusicalNews. Nel 2005 pubblica con la casa editrice Move Editore il saggio “Mark Knopfler. Il crogiolo dei generi culturali”. Nel 2006 collabora con la rassegna Primo Maggio Tutto l'Anno e diventa direttore artistico di DEIMOS.
NOTA BIO-DISCOGRAFICA DI MARK KNOPFLER
Mark Knopfler (Glasgow, 1949): Nel 1967 intraprese la sua carriera di giornalista a Leeds nello Yorkshire Evening Post, quindi si iscrisse alla Leeds University. In questa città conobbe Steve Phillips, che gli insegnò diverse tecniche chitarristiche blues e con il quale fondò il duo The Duolian String Pickers: la prima incisione, in una stanza trasformata in studio, risale al 1969: “Summer’s coming my way”.
Dopo la laurea, si trasferì a Londra, dove entrò a far parte della band rhythm'n'blues Brewer’s Droop. Ma immediatamente Knopfler preferì abbandonare la capitale per un posto di lettore al Loughton College nell’Essex, dove fondò la band rockabilly Cafè Racers.
Nell’aprile del 1977 tornò a Londra andando ad abitare con altri due musicisti: il fratello David, anch’egli chitarrista, e John Illsley, bassista. I tre decisero di cominciare a suonare insieme le canzoni che Mark scriveva e, vista la mancanza di un batterista, Knopfler chiamò Pick Whiters, con il quale aveva già suonato nei Brewer’s Droop. Il nome della nuova band fu Dire Straits.
In luglio il gruppo incise a proprie spese un demo di cinque canzoni il cui brano di punta, “Sultans of Swing”, fu inserito da Charlie Gillett nella scaletta del suo programma radiofonico Honky Tonk, in onda per la BBC Radio London. In autunno seguirono altre incisioni e nel maggio del 1978 fu pubblicato il primo long playing, “Dire Straits”.
In seguito al successo del primo disco Knopfler e Whiters suonarono in “Slow train coming” di Bob Dylan. Nell’agosto del 1979 vide la luce il secondo long playing dei Dire Straits, “Communiquè” e, nello stesso anno, avvenne il primo tour americano.
Nell’ottobre del 1980 uscì il terzo disco dei Dire Straits, “Making movies” con Roy Bittan della E-Street Band di Bruce Springsteen in qualità di tastierista. Seguì un tour mondiale, con tappa anche al Festival di Sanremo del 1981, con Alan Clark, nuovo tastierista dei Dire Straits e Hal Lindes alla chitarra ritmica a seguito dell’abbandono del gruppo da parte di David Knopfler.
Il trasferimento a New York permise a Knopfler di avere assidui contatti con ambienti jazzistici e di incontrare il vibrafonista Mike Mainieri che, insieme ad Ed Walsh ai sintetizzatori, partecipò al quarto long playing dei Dire Straits, “Love over gold”. Al termine delle registrazioni anche Pick Whiters abbandonò il gruppo e venne sostituito da Terry Williams.
Al 1983 risale la prima pubblicazione di un disco di musiche per film firmato Mark Knopfler: si tratta di “Local Hero”, con Burt Lancuster e regia di Bill Forsyth. Knopfler, inoltre, suonò e coprodusse “Infidels” di Bob Dylan, long playing al quale parteciparono anche Alan Clark dei Dire Straits e Mick Taylor dei Rolling Stones
Nel marzo dell’anno successivo uscì “Alchemy”, doppio live che presenta la particolarità di non essere stato ritoccato in studio. Anche nelle esibizioni dal vivo, dunque, il complesso dimostrava grande personalità, ma anche originalità mediante una notevole qualità rielaborativa. Knopfler pubblicò altri dischi delle sue musiche per film ancora di sapore folk celtico: “Cal”, diretto da David Puttnam e “Confort and joy”, diretto da Bill Forsyth. “Private dancer”, una canzone scritta da Knopfler e che inizialmente avrebbe dovuto far parte di “Love over gold”, divenne la title-track del long playing del rilancio di Tina Turner.
Nel 1985 i Dire Straits pubblicarono “Brothers in arms”, in assoluto il disco più venduto di sempre in Inghilterra. Al gruppo si erano uniti Guy Fletcher alle tastiere e Omar Hakim alla batteria e, tra i vari session man, il sassofonista Chris White ed il bassista Tony Levin. “Money for nothing” fu scritta in collaborazione da con Sting, ex leader dei Police. Poi i Dire Straits parteciparono al Live Aid Concert, il mega evento musicale promosso da Bob Geldof. Prima del successivo tour mondiale Hal Lindes venne sostituito da Jack Sonni. Poi, ancora per Tina Turner, Knopfler realizzò “Break every rule” e quindi scrisse “Two brothers and a stranger” per “The colour of the money”, film con Paul Newman e Tom Cruise, diretto da Martin Scorsese.
Al 1987 risalgono la collaborazione con Eric Clapton in “They dance alone” di Sting e le musiche per “The princess bride”, film diretto da Rob Reiner: veniva mantenuto un carattere di folk celtico, ma alcuni brani risentivano dell’influenza di Ennio Morricone e Randy Newman.
Nel 1988 i Dire Straits parteciparono al Nelson Mandela 70th Birthday Concert con Eric Clapton in qualità di secondo chitarrista. Nello stesso anno Knopfler suonò in “Down in the groove” di Bob Dylan.
L’anno seguente Knopfler firmò le musiche per “Last exit to Brooklyn”, film del regista tedesco Uli Edel: anche in questo caso è palese l’influsso dei grandi maestri delle musiche per film, ma le atmosfere predominanti in questo caso hanno tinte jazz e blues.
Nel 1990 venne pubblicato “Missing… presumed having a good time” dai Notting Hillbillies, un gruppo composto da Mark Knopfler, Guy Fletcher, Steve Phillips e Brendan Crocker: sono il country ed il blues a spadroneggiare in questo disco di cover di brani che spaziano dagli anni trenta agli anni settanta e di brani nuovi che si amalgamano perfettamente con lo stile della tradizione popolare musicale degli Stati Uniti. Knopfler, inoltre, pubblicò con Chet Atkins “Neck and neck”, un disco d'ascendenza country e rock’n’roll. Con i Dire Straits, invece, prese parte al Knebworth Concert suonando con Eric Clapton ed Elton John.
Nel 1991 Knopfler collaborò con Eric Clapton e Jeff Beck a “Where is the next one coming from” di Buddy Guy. A settembre ritornarono i Dire Straits con un nuovo disco: “On every street”, il disco dalle influenze più disparate, nonché il più raffinato, tra quelli del gruppo, dal punto di vista timbrico. Alla formazione base si aggiunsero i sessionman Phil Palmer, Vince Gill, Jeff Porcaro, Manu Katche, Danny Cummings, Paul Franklin e Chris White. In agosto di quell’anno partì una nuova tournèe mondiale di tredici mesi con il batterista Chris Whitten in luogo di Porcaro, Katche e Gill.
Nel 1993 Knopfler conseguì un’altra laurea, questa volta honoris causa in Musica alla Newcastle University nel 1996 avvenne l’esordio da solista per Mark Knopfler, escludendo ovviamente le musiche per il cinema: “Golden heart”. L’anno successivo Knopfler partecipò al Music for Monserrat Concert, serata di beneficenza per Monserrat (dove i Dire Straits avevano registrato “Brothers in arms”) distrutta dall’eruzione di un vulcano; insieme a Knopfler erano presenti Eric Clapton, Phil Collins, Elton John, Paul McCartney e Sting.
Knopfler, intanto, era molto impegnato con due musiche per film i cui dischi relativi furono pubblicati all’inizio dell’anno successivo: “Wag the dog”, tra il country ed il blues, dal film diretto da Barry Levinson, con Dustin Hoffman e Robert De Niro e “Metroland”, una fusione delle tradizioni musicali inglese e francese, dal film diretto da Philippe Faville.
Il secondo disco solista fu “Sailing to Philadelhia”, apparso nel 2000, prodotto da Chuck Ainlay e Mark Knopfler. Alle session parteciparono trenta musicisti per soddisfare un’acribia timbrica cagionata da influenze jazz, blues, country, rock e gospel: tra di essi James Taylor e Van Morrison in qualità di cantanti per due duetti. Tra i riconoscimenti di quel periodo vi fu il titolo di baronetto dato dalla regina e, nell’Utah, fu dato, in onore al musicista di Glasgow, il nome Masiakasaurus Knopfleri ad un dinosauro da poco scoperto.
Risalgono al 2001 le ultime musiche per il cinema, ancora all’insegna del folk celtico, quelle, cioè, per “A shot of glory”, con Robert Duvall e Michael Keaton, diretto da Michael Corrente.
Nel 2002 Knopfler pubblicò il terzo disco solista, quello maggiormente legato alla tradizione musicale statunitense di generi come country e blues: si tratta di “The ragpicker’s dream”, registrato a Nashville, la patria del country, e prodotto da Chuck Ainley e Mark Knopfler.
Nel 2004 ci fu una collaborazione con John Fogerty, l’ex leader dei Credence Clearwater Revival, per “Nobody’s here anymore”, ma soprattutto il quarto disco solista: “Shangri-la”, mentre, quest’anno è stato pubblicato un album registrato con la cantante statunitense Emmylou Harris. I due sono attualmente in tour insieme. L'unica data italiana si è tenuta a Verona lo scorso 3 giugno.
Giovedì 15 giugno ore 18:30
CAFFÈ LETTERARIO
Via Ostiense, 83 - ROMA
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