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Interviste
Pubblicato il 15/07/2014 alle 19:12:20
Danilo Sacco ci parla del suo nuovo lavoro Minoranza Rumorosa e dei suoi progetti futuri.
di Dario Annibali
La minoranza rumorosa e' quella gente che vuole esprimere le proprie idee senza paura di omologarsi a quei comportamenti massificati che sono in uso al giorno d’oggi.

La minoranza rumorosa e' quella gente che vuole esprimere le proprie idee senza paura di omologarsi a quei comportamenti massificati che sono in uso al giorno d’oggi.


Danilo Sacco è stato con i Nomadi: appassionato di John Cougar Mellencamp, Tom Petty, Joe Jackson e Peter Gabriel. Esprimere le proprie idee senza timore è un diritto ed un dovere di ciascuno di noi come lo è il non omologarsi per forza a comportamenti massificati...

Danilo qual è la differenza tra questo nuovo lavoro e il precedente?
Sostanziale perché il disco precedente parlava soprattutto di me e del mio passato essendo il primo e quindi era più intimista. Questo tratta di storie vere, alcune se vuoi romanzate, ma vere. Con alcune di esse che superano decisamente la realtà , la follia e la fantasia.

Un esempio su tutte?
Quella di Walter Bevilacqua. Un pastore ossolano che pur avendo bisogno di un trapianto, quando viene il suo turno decide di rinunciare e lasciare il suo posto a chi invece ha una famiglia, visto che lui è solo e non ha più nessuno accanto a se. Rinunciando così alla sua vita. Un comportamento che decisamente travalica l’eroismo puro. Una storia che nessuno ti racconterà mai in tv e la dimostrazione che ci sono persone che con un gesto semplice possono cambiare davvero il mondo.

Storie vere ma nessuna autobiografica?
Si una è “Se Vorrai Se vuoi”. Parla di un incontro che ti può regalare il destino in un dato momento della tua vita. E che la cambia per sempre.

Chi è la Minoranza Rumorosa di questo lavoro…
E’ quella contrapposta alla Maggioranza Silenziosa dove poche persone spesso possono cambiare la storia dell’esistenza umana. Dobbiamo muoverci, esprimere le nostre idee senza il timore di farlo e di omologarci a chi non la pensa come noi. Credo che questo sia un diritto di tutti e quindi bisogna puntare a prenderci le nostre responsabilità e smettere di lamentarci e delegare gli altri come spesso facciamo.

Quanto ha inciso su questo disco i tuoi problemi di salute?
Ha inciso molto. Ho sempre pensato che l’infarto che ho avuto in qualche senso mi ha salvato la vita. Mi ha costretto a prendermi delle pause e soprattutto a rivedere tutta quelle priorità che avevo prima e che mi erano necessarie. Priorità probabilmente sbagliate.Da li ho iniziato a sgretolare a poco a poco il mio ego che come ben capirai chi fa questo mestiere lo ha molto forte.
E poi a smettere nel considerare che la musica non è la prima cosa della vita. E’ un aspetto di essa bello sicuramente ma dove ci sono anche la famiglia, gli amici, il cinema, un buon vino, lo sport e tanto altro.

Detta da un musicista è una bella affermazione…
Si forse ti sembrerà eversivo quello che dico anche perché la musica è la più bella cosa che ti può capitare e di sicuro io faccio il mestiere più bello al mondo. Ma se fai “solo” quello non è accettabile vivere “solo” per quello. La vita bisogna viverla a trecentossessantagradi. Sempre.

Tornando al disco quanto è durata la sua programmazione?
Abbiamo iniziato insieme ad Andrea Mei e Valerio Giambelli due anni fa subito dopo l’uscita del cd precedente. Io mi sono concentrato sui testi e la lavorazione è durata quattro mesi. Alla fine sono venuti fuori dodici pezzi dove hanno partecipato anche l’amico scozzese Charlie Allan che ha suonato le cornamusa e il rocker croato Gibonni nel brano “She said”. Con noi poi anche Davide Tagliapietra il figlio di Aldo delle Orme che ha curato gli arrangiamenti e la produzione artistica.

Come definiresti questo tuo lavoro volendo dargli un etichetta musicale...
Un disco da “cantautore punkrock”! Un po’ per la mia età e i miei idoli rock musicali quali The Who, i Clash, Springsteen, Tom Petty . Un po’ per i miei trascorsi di cantante in una delle band più storiche della nostra musica italiana, i Nomadi con cui sono stato 18 anni…

Dal disco ai concerti. Quando lo presenterai dal vivo e dove?
Abbiamo già fatto qualche data per rodare il tutto sia nei teatri che nelle piazze. Inizieremo poi il tour vero e proprio alla fine di questo mese dalla Sardegna e per tutta l’estate suoneremo al Sud e al centro Italia. All’aperto. Poi da ottobre in poi saremo al chiuso nel Nord Italia. Uno spettacolo dove oltre ai miei brani da solista ci saranno anche quelli che rappresentano i vari passaggi della mia ventennale carriera.

Quali saranno i tuoi compagni d’avventura sul palco?
Saranno Valerio Giambelli ex Statuto alle chitarre, Andrea Mei ex Gang alle tastiere, Bip Gismondi alle tastiere e chitarre, Enrico Brazzi al basso e Tommy Graziani alla batteria. Loro due hanno preso il posto dal vivo di Paolo Costa e Lele Melotti che invece hanno suonato nel disco in studio. Questo solo per una questione tecnico musicale.

E il progetto live con il gruppo e le canzoni di Francesco Guccini ?
Il progetto prosegue e riprenderà questo inverno. Ci divertiamo da matti a portarlo in giro e vedere tanta gente che ci viene a sentire soprattutto giovani. Una cosa pazzesca. E ti posso dire che abbiamo in mente di fare un qualcosa,mah , chissà ,in futuro, forse…

Lancio un idea magari un doppio live con special guest un certo Francesco Guccini?
Naturalmente questo è fuor di dubbio. Vediamo cosa ci riserva il futuro…

Un ultima domanda : compari nel cd con due foto imbracciando una Fender Telecaster..
La mia preferita da sempre anche se non disdegno le Gibson. La Telecaster per me è la chitarra elettiva e quella che si vede nelle foto è della fine del 1959 e viene dagli Usa. La miglior chitarra che ho mai suonato in vita mia. Ha un suono particolare e suona il doppio e meglio di quelle fabbricate recentemente. E poi la suona il Boss e scusa se è poco….

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