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Recensioni
Pubblicato il 22/11/2009 alle 18:14:46
Sting - If on a Winter's Night (Deutsche Grammophon)
di Alessandro Michelucci
Un'opera originale e ricca di sfumature, pervasa di serenità ma anche carica di forza. Ricordo che la carriera solista di Sting e' iniziata nel 1985 con The Dream of the Blue Turtles.... un capolavoro!

Un'opera originale e ricca di sfumature, pervasa di serenità ma anche carica di forza. Ricordo che la carriera solista di Sting e' iniziata nel 1985 con The Dream of the Blue Turtles.... un capolavoro!

Per una ventina d'anni molti hanno continuato a considerarlo semplicemente l'ex bassista e cantante dei Police, sebbene il musicista inglese avesse dimostrato chiaramente l'intenzione di andare oltre l'esperienza precedente. Ma nel 2006, quando ha pubblicato "Songs from the Labyrinth", questa convinzione sbagliata ha cominciato a vacillare. I più coriacei hanno sperato che il disco di canzoni elisabettiane pubblicato dalla Deutsche Grammophon fosse soltanto una bizzarria momentanea. Ma "If on a Winter's Night", nono CD di Sting, conferma che il suo percorso artistico aveva già subito un mutamento irreversibile. Il titolo e la copertina che ritrae il musicista in un paesaggio innevato non devono trarre in inganno: questo non è un disco di canzoni natalizie. O almeno non lo è nel modo convenzionale che altri hanno scelto prima di Sting: il Natale resta un punto di riferimento importante, come chiarisce il volumetto che accompagna il disco, ma senza compiacimenti oleografici.
Le quindici tracce alternano brani tradizionali e altri composti da vari musicisti, Sting incluso. Alcuni mettono in evidenza riferimenti letterari, come l'evocativa "Christmas at Sea", tratta da un poema di Stevenson. Due brani di Henry Purcell, "Cold Song" e "Now Winter Comes Slowly", forniscono un ideale richiamo al CD precedente: il compositore inglese visse infatti nella seconda metà del Seicento.
Opera originale e ricca di sfumature, "If on a Winter's Night" è pervasa da un'atmosfera quieta, serena, ma al tempo stesso carica di forza. A questo mosaico prezioso contribuiscono fra gli altri il violino di Kathryn Tickell, la chitarra di Dominic Miller e l'arpa di Mary Macmaster. Come anche il sassofono di Kenny Garrett, che chiude "The Burning Babe" con un assolo breve ma intenso. Nel brano finale, il bachiano "You only Cross my Mind in Winter", ritroviamo Edin Karamazov, il valido liutista presente in "Songs from the Labyrinth".

Prima di finire, segnaliamo la recente pubblicazione di un libro dedicato al compositore di Newcastle: si tratta di "The Words and Music of Sting" (Praeger Publishers, 2009), scritto da Christopher Gable, docente di teoria musicale e compositore egli stesso. Una lettura ideale per approfondire la conoscenza di questo artista originale e multiforme.

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