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Pubblicato il 12/02/2013 alle 19:43:38
Mia Martini omaggiata piu' volte a Sanremo con la splendida Almeno tu nell’universo
di Pippo Augliera
Questo brano di Mia Martini Almeno tu nell’universo e' ormai un classico, entrato nell’immaginario collettivo. Lo confermano le numerose cover(da Mina a Elisa) realizzate di esso e gli omaggi che le vengono tributati anche sul palco dell’Ariston.

Questo brano di Mia Martini Almeno tu nell’universo e' ormai un classico, entrato nell’immaginario collettivo. Lo confermano le numerose cover realizzate di esso e i numerosi omaggi che le vengono tributati anche sul palco dell’Ariston.

Quest’anno tocca a Chiara Galiazzo, nella serata Sanremo Story di venerdì 15, nell’edizione precedente ci hanno pensato la sorella Loredana Bertè, affiancata da Gigi D’Alessio e Macy Gray, e nel 2010, Elisa in coppia con Fiorella Mannoia.

E’ come se, d’incanto, ritornasse, l’attesa febbrile del suo rientro sulle scene a Sanremo, dopo una lunga assenza. Come se lei fosse stata chissà dove e adesso è pronta di nuovo ad ammaliarci e stregare con la sua voce roca e profonda da soul singer e da blues woman.

E il ricordo va alla prima serata del Festival di Sanremo 1989, esattamente il 22 febbraio, caratterizzata da un ennesimo ritorno, dopo un lungo e sofferto silenzio, di Mia Martini, artista scoperta nel lontano 1971, ai tempi dell’urlo dissacratorio di “Padre davvero”.

Essendo la prima ad uscire sul palco, si avvicina timidamente al microfono, incomincia a cantare ed è subito magia, un crescendo di emozioni, quando si arrampica sulle note più alte del pentagramma nell’inciso: “tu che sei diverso, almeno tu nell’universo…”. Non si può fare a meno di alzarsi ad applaudire.

E alla fine della sua esibizione, quel caldo applauso e sincero da parte delle persone presenti in sala, a conferma che è lei la vincitrice morale. Lei così diversa dagli altri artisti, lei così vera, nel dimostrare su quel palco la sua vittoria sulle avversità. Lei che per anni si era dovuta ritirare, perseguitata da quel venticello della calunnia, legata alla fama di portare iella! Lei che, per la sua grandezza di artista, aveva dovuto pagare un prezzo così alto! Non vince, si piazza al nono posto, ma ottiene il Premio della critica dei giornalisti.

Lei appare cambiata, con il suo look da Signora, lontano mille miglia dai vestiti zingareschi degli esordi. Disponibile alle interviste nelle quali sfoggia la sicurezza di una donna che finalmente sa quello che vuole, disillusa dalla vita, ma non vinta e ancora con tanta energia nel corpo e nell’anima.

Riabbraccia di nuovo il successo, riesce a scalare la hit parade dei singoli più venduti ed è ‘costretta’ a realizzare a tempo di record l’album “Martini Mia”, che ottiene il disco d’oro per le oltre centomila copie vendute e ottiene la Targa come migliore interprete al Premio Tenco.
‘Beh, quello che è successo, confessa in un articolo, è andato al di là di ogni aspettativa, ho avuto una accoglienza…pazzesca, insperata, tanto bella che mi ha trovata impreparata e in certi casi commossa. Salvalaggio, ad esempio, ha scritto un pezzo sensibile, delicato, mi ha fatto sentire un po’ bambina nel ricordare la tournèe con Aznavour, sono passati tanti anni! Sono persino imbarazzata da questo amore che mi circonda. “Martini Mia” l’ho fatto in sette giorni con del materiale raccolto qua e là, un po’ vecchio, un po’ nuovo, realizzato poi in studio in fretta e furia, ma con tutto il nostro impegno. Ora, per quel che mi riguarda, non voglio approfittare del dopo successo con spirito di arraffamento. Poche cose, ma buone. Preparerò un gruppo con cui fare poche serate in estate e qualche concerto in grossi teatri italiani. Sto anche già lavorando al prossimo ellepi, che dovrà essere dallo stupendo in su, spero anche agli amici artisti che sto contattando, Jannacci, Pino Daniele, De Gregori, Mimmo Cavallo. Stavolta voglio programmare bene le cose, e già per gli anni futuri. Non intendo lasciare più la musica. E neanche Calvi: è la mia aria, il mio ossigeno, l’unico posto che possa mettermi in condizioni spirituali tali da lavorare dando il massimo. E poi ci sono i miei amici, i miei dischi, i miei libri. Poi, quando ho voglia di lavorare, i miei strumenti, il mio pianoforte, i vari registratori…il mondo è tutto lì, quello passato non importa più’.

‘E pensare che ‘Almeno tu nell’universo’ è stata scritta nella stessa settimana di ‘Piccolo uomo’, come ha affermato il suo autore Bruno Lauzi, ma Mimì non ha voluto inciderla, forse la considerava troppo avanti per la psicologia di quel periodo. E’ rimasta nel cassetto per ben 17 anni ed è stata provinata da altri artisti ma con scarsi risultati, probabilmente aspettava di essere interpretata da chi l’ha poi trasformato in un piccolo capolavoro per coinvolgimento ed intensità. Con Maurizio Fabrizio, l’altro autore del pezzo, che considero uno dei migliori compositori esistenti in Italia, abbiamo scritto altri pezzi per lei, ne adoro uno in particolare ‘Il colore tuo’. In questa interpretazione è straordinaria, perché il colore suo è un colore strano che non mette l’allegria, ma è l’unico colore che ci sia… Devo dire che a me Mimì ha sempre portato fortuna, abbiamo indovinato insieme alcuni successi commerciali, d’altronde, non è che uno decide al mattino di comporre brani che resteranno nell’immaginario collettivo: uno li scrive e basta, troverà chi li interpreterà e poi dopo vent’anni si ritrova ad aver fatto la storia della canzone .

Su questo brano è la stessa Mimì a profetizzare: ‘Di “Almeno tu nell’universo” credo che resterà quello che è rimasto di “Minuetto” oggi, che ormai ha quasi vent’anni, ma sarà qualcosa di più importante, perché “Minuetto” non ha avuto la partecipazione, il calore di “Almeno tu nell’universo”, un pezzo che è arrivato dopo un buco nero che c’era nella mia vita, nella mia carriera. Chi lo risentirà tra vent’anni avrà qualche brivido in più, perché si ricorderà di una emozione intensa che abbiamo vissuto insieme’.


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