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Recensioni
Pubblicato il 28/07/2007 alle 11:12:55
Negramaro, una notte all’opera.
di Gianni Della Cioppa
Dodicimila fan in delirio per il concerto all’Arena di Verona: la scintilla stregata è scoccata immediatamente. La recensione e' del rocker Gianni della Cioppa, ammaliato dalla loro bravura.

Dodicimila fan in delirio per il concerto all’Arena di Verona: la scintilla stregata è scoccata immediatamente. La recensione e' del rocker Gianni della Cioppa, ammaliato dalla loro bravura.

A metà concerto si consuma la vendetta. Il cantante Giuliano Sangiorgi chiede al pubblico, “Ragazzi mi fate un grande favore?”. Un “Si” esplosivo sale al cielo. “A chi ci chiede il perché abbiamo successo, possiamo dire che è solo colpa volta? Così ci risolvete davvero tanti problemi”. C’è una giustificabile punta di polemica nelle sue parole, d’altronde in Italia siamo bravi a piangere che non succede mai nulla nel rock, poi quando qualche band trova una formula originale, vorremmo che cambiasse, che seguisse nuove strade e cose simili. Per ora trovo invece i Negramaro deliziosi, con la loro enfasi, i tocchi kitsch e i testi semplici e i refrain in falsetto, volutamente esagerato. Ricordo di aver visto i Negramaro due anni fa sul suolo veronese per un concerto gratuito, in piazza a Boscochiesanuova, un paesino di montagna.

Dopo solo ventiquattro mesi, li ritrovo all’Arena, per la consacrazione definitiva. Ma di fronte ci sono gli stessi sei ragazzi, con la medesima passione e voglia, solo con più esperienza e la stessa emozione. Anzi forse di più. Non è un’offesa verso nessuno, ma lo sa anche Giuliano che il concerto di questa sera, 23 luglio 2007, è il più importante del tour estivo che li sta portando in giro per l’Italia, per promuovere il nuovo album “La Finestra”. Lo dice lui stesso “Lo sappiamo dai, suonare all’Arena di Verona non è una data come le altre, qui c’è qualcosa di magico”. E la scintilla stregata è scoccata immediatamente, visto che tutto il pubblico presente è schizzato in piedi sin dalle prime note di “La distrazione”, l’apertura roboante dell’ultimo CD, per dividere con il cantante strofe e ritornelli, strappandogli in alcuni casi letteralmente le melodie di dosso. Dal vivo i Negramaro si mostrano più solidi e coinvolgenti, con qualche inevitabile sbavatura di tanto in tanto, e il tocco drammatico e magniloquente dei loro pezzi pare esplodere, trascinato da suoni potenti e dall’enfasi interpretativa di Giuliano, capace di emozionare l’intera Arena, anche quando si esibisce da solo al pianoforte e voce “Quel posto che non c’e” e “Solo x te”, per esempio. Scorrono tutti gli hit del gruppo, “Tu ricordati di me”, “Via le mani dagli occhi”, “ in una miscela perfetta degli ultimi due album, con i classici del precedente “Mentre tutto scorre”, sciorinati con energia, con i picchi di “Nella mia stanza”, “Estate”, “Solo 3min” e “Ogni mio istante”.

Unico breve momento di stanca, al rientro per i bis, troppo lunghi gli esperimenti sonori, serviva invece una botta di adrenalina immediata, che arriva poi, anche grazie all’efficacia della sezione ritmica (Danilo Tasco alla batteria e Ermanno Carlà al basso), con Giuliano che canta, danza e ondeggia sugli amplificatori, quasi incantato da tanto coinvolgimento, costringendo gli addetti al palco a sostenere la struttura barcollante. Durante il tormentone “Parlami d’amore” il cantante si getta poi in pasto ai fan delle prime file, rischiando il soffocamento per tanto affetto. Uno dei momenti più emozionati si vive con “Cade la pioggia”, una grande canzone davvero, con un’interpretazione appassionante e teatrale di Giuliano. Non poteva mancare “Nuvole e lenzuola” con il ritornello cantato a squarciagola da tutti, poliziotti e security compresa. Sono passate due ore e dieci minuti, ma la gente urla ancora e i musicisti non vogliono abbandonare il palco, quasi a voler assaporare questo momento di magia, meritato e sudato, arrivato dopo anni di sacrifici, a dimostrazione che il talento – che nei Negramaro non manca - se sostenuto da una struttura seria, manageriale e discografica, prima o poi si impone. Non è un innamoramento passeggero, questi sei ragazzi salentini, hanno dimostrato che nelle loro canzoni, edificate con un suono moderno e su liriche semplici, ma capaci di coinvolgere l’intero universo giovanile, c’è tanta, ma tanta sostanza. Mentre le parole dei detrattori scorrono...

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