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Recensioni |
Pubblicato il 20/12/2018 alle 09:01:32 | |
Dave Evans - The words in between (Earth Recordings, 2018) registrazione domestica in presa diretta del 1971
Dopo la meritoria riproposta del magnifico catalogo di Bert Jansch, l’etichetta londinese specializzata in ristampe per cultori propone la riedizione dell’esordio dimenticato di Dave Evans.
Dopo la meritoria riproposta del magnifico catalogo di Bert Jansch, l’etichetta londinese specializzata in ristampe per cultori propone la riedizione dell’esordio dimenticato di Dave Evans.
La caccia al tesoro della Earth Recordings nei bassifondi del folk inglese: a loro dobbiamo ristampe curatissime in vinile o cd, per appassionati e collezionisti, di tesori poco frequentati del folk inglese e di sconosciute meraviglie sepolte oltre la cortina di ferro, come la struggente musica per immagini di Mikael Tariverdiev.
The words in between è una registrazione domestica in presa diretta del 1971 in cui Dave Evans, al suo esordio, dava prova di un fingerpicking dal suono corposo e scintillante, capace di far scorrere con estrema naturalezza anche le acrobazie più ardite. Stilisticamente il disco rimanda in maniera netta al mai abbastanza compianto Bert Jansch e soffre purtroppo di questo inevitabile confronto, essendo la voce di Evans priva di un particolare carattere e la qualità di scrittura illuminata dal bagliore di un mestiere derivativo e un po’ acerbo più che dal lampo improvviso dell’ispirazione. Tuttavia il disco, nella sua cruda essenzialità declinata per voce e chitarra, risulta ancora assolutamente gradevole all’ascolto a quasi cinquant’anni di distanza dalla sua registrazione ed è un buon approfondimento di quell’universo sonoro che, passando appunto per Jansch, va da John Renbourn a Davy Graham, una volta esaurita l’esplorazione dell’opera dei padri fondatori.
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