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Recensioni |
Pubblicato il 19/12/2007 alle 12:19:20 | |
Profondo Rock : il libro su Claudio Simonetti
Il libro di Gabrielle Lucantonio analizza la lunga carriera di un musicista eclettico e innovativo come Claudio Simonetti, da Profondo Rosso al Gioca Jouer alla Terza madre.
Il titolo del libro “Profondo Rock” (Coniglio editore) fa capire bene chi è il protagonista del volume scritto da Gabrielle Lucantonio, Claudio Simonetti, musicista eclettico e innovativo nel panorama musicale italiano. La critica francese riesce a condensare oltre trent’anni di carriera, sino al recente “La terza Madre”, in quasi duecento pagine. Simonetti nasce nel '52 a San Paolo in Brasile dove lavora il padre, Enrico Simonetti con una compagnia teatrale. Arriva a Roma nei primi anni ’60, la mattina studia musica al Conservatorio e nel pomeriggio frequenta le cantine beat. Sull’onda dell’entusiasmo per Keith Emerson dei Nice fonda Il Ritratto di Dorian Gray nel ’70, una delle prime band italiane a suonare il nascente progressive. Con Fabio Pignatelli e Massimo Morante da vita agli Oliver. Le ambizioni sono quelle di andare a Londra per un provino con il manager degli Yes, ma dopo quattro mesi nella capitale inglese, non ottengono nessun contratto. Da lì a poco cambiano il nome in Goblin e arriva l’incontro con Dario Argento, che rimane colpito da musicisti giovanissimi e già esperti. Non è la prima volta che il prog rock e il cinema s’incontrano, “Concerto Grosso” dei New Trolls fu scritto per un thriller, ma la colonna sonora di Profondo Rosso sorprende tutti e vende all’epoca un milione di copie. Leggenda vuole che il tema sia nato in una notte, dopo che il regista consigliò l’ascolto di “Tubular Bells” di Mike Oldfield (inserito in “L’esorcista”). Il resto è storia. Meno noto l’aspetto di Simonetti come pioniere della disco-music alla fine degli anni ’70. Tra i vari singoli del periodo, il più noto è di certo il Gioca Jouer , ideato da Cecchetto come sigla di Sanremo nell’81, tormentone a tempo di tarantella dance di rara efficacia. Di aneddoti ce ne sono parecchi, raccontati in modo piacevole tra queste pagine, accompagnate anche da varie foto. Non manca un’esaustiva discografia finale, come è giusto per ogni libro musicale.
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