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Recensioni
Pubblicato il 19/04/2008 alle 14:05:50
Il tour italiano di Mark Knopfler... qualche riflessione
di Anna Cavaliere Verneau
Si è concluso, con la tappa di Bolzano, il primo ciclo dei sei concerti italiani di Mark Knopfler, in giugno gli altri tre...

Non ho parole adeguate per descrivere i primi tre concerti di Mark Knopfler in Italia (eseguiti a Milano, Mantova e Bolzano); lo rivedremo in giugno a Roma, Pesaro e Codroipo.
Ieri a Bolzano, con il Palaonda colmo di gente che non riusciva più a stare seduta (malgrado l'amore per l'ordine degli altoatesini) Mark ha regalato a piene mani emozioni indimenticabili: vestito come sempre in modo dimesso (la stessa camicia, maglietta e pantaloni sdruciti di Milano e di Mantova), la bella testa incoronata dai pochi capelli bianchi aveva davvero l'aspetto imponente di un re: il monarca assoluto della chitarra elettrica. Per chi, alludendo al tempo trascorso ed all'età dell'artista paventava un declino delle sue capacità canore e dell'agilità delle sue magiche dita la risposta è stata chiara e forte: Mark Knopfler è sempre un leone ( come il suo segno zodiacale) e la musica che scaturisce dal suo cuore un vulcano in piena eruzione. La setlist è rimasta la stessa (solo a Milano ha cantato anche "Shangri-La"). L'inizio con " Cannibals" già prometteva bene, poi ha proseguito con "Why aye man" eseguito con grinta ed il resto è stato un crescendo emotivo alternando alla incontenibile potenza di alcuni brani la dolcezza di pezzi già noti ("Romeo and Juliet", "Brothers In Arms") e due nuovi tratti dal suo ultimo CD: "True Love Will Never Fade" e "The Fish And The Bird", ballata dal sapore medioevale che racconta la fedeltà indomita e struggente di un amore impossibile.
Per le quasi due ore dei concerti Mark non si è riposato un attimo: in piedi dinnanzi al suo pubblico passava da pezzi estenuanti come "Speedway at Nazareth" a "Telegraph road" senza neanche muoversi dalla scena, dopo aver riportato davanti ai suoi fan "Hill Farmer's Blues" e "Marbletown" rivisitati in chiave ritmata ed incalzante con la collaborazione preziosa di tutta la band (Glenn Worf particolarmente appassionato ed appassionante con il suo contrabbasso) e soprattutto del nuovo elemento John McCusker ( scozzese come lui) che, prono sul suo violino, sembrava librarsi in volo travolto da una folata di musica. La tournée di " Kill to get crimson" ha ritmi e date massacranti: 93 concerti in poco più di 4 mesi e fin'ora Mark (come aveva già dimostrato nel 2005) non mostra il benchè minimo segno di stanchezza:... il tramonto di Mark? Un incendio di rosso e di tutti gli altri colori nel cielo, il tramonto di un sole che rinascerà ancora l'indomani e giorno dopo giorno ancora per la gioia ed il benessere dei suoi numerosissimi fans.

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